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Polpette di zucchine con chutney di pomodoro...cuftice od tikvica i chutney od paradajza

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Il mio modo di vedere la Grecia è poco obiettivo e inversamente proporzionale all’età che avanza. Non che io viaggiando metta i prosciutti sugli occhi
ma viaggiando per la Grecia non posso farne a meno di una cosa che normalmente non faccio...guardare senza vedere, vedere quello che voglio vedere io, quello che cerco.

E non perché non ne abbia voglia né perché non mi interessi capire i luoghi che visito ma semplicemente perché la vivo come il posto dell’anima, come il luogo che con la sua semplicità ci spinge a pensare e a guardarci dentro, a sollevare lo sguardo verso il cielo e a osservare le stelle, ad ascoltare il silenzio, ad allenarci alla lentezza...

La Grecia dovrebbe essere il “luogo di nascita” di tutti noi, quello che ci ha insegnato che non esiste solo IO ma che esiste soprattutto NOI e che IO esiste solo in quanto parte di NOI. Che le regole devono esistere, che valgono per tutti e che l’unico modo per andare avanti è rispettarle senza se e senza ma. Che l’onestà è un valore e non si esaurisce con le parole ma viene portato avanti ripetutamente con i fatti diventando un modo di essere. Ecco, l’idea di tutto questo io la vedo in mezzo alle colonne di Olimpia, ai piedi della collina di fronte alla rocca di Acropoli...ci ho portato mia figlia sperando che anche lei possa sentirla o vederla scendendo fra gli ulivi verso il mare di Creta.

La Grecia è il punto di partenza ma potrebbe essere anche il punto d’arrivo. Proprio come nella splendida ultima scena del film “Mediterraneo”:

“Non ci hanno lasciato cambiare niente... e allora gli ho detto... avete fatto come volevate ma almeno non riuscirete a considerarmi vostro complice.... così gli ho detto e son tornato qui...”





Moje vidjenje Grcke nije nimalo objektivno i obrnuto je proporcionalno u odnosu na godine koje nailaze. Nije da ja kada putujem putujem zatvorenih ociju ali kada putujem Grckom ne mogu a da ne odolim onome sto obicno ne radim – da gledam a da ne vidim, da vidim samo ono sto  hocu da vidim, ono sto trazim...

Nije to zato sto ja necu da vidim ili jos gore sto me ne interesuje ono sto obilazim, razlog je u tome sto ja Grcku vidim kao mesto za dusu, mesto koje me svojom jednostavnoscu navodi da razmisljam i da gledam u sebe, da podignem glavu da bih videla zvezdano nebo, da slusam tisinu i da se naviknem da se u stvarima uziva samo kada se ne zurimo...

Grcka bi trebalo da bude “mesto rodjenja” svih nas. Mesto gde ne postoji samo JA nego postojimo MI, gde JA ima smisla samo ako je u sluzbi necega...i nema to nikakve veze ni sa kakvom ideologijom ! Mesto gde postoje pravila, gde ona vaze za sve i gde je postovanje tih pravila jedini moguci nacin za napredak. Gde je postenje vrednost ali ne samo na recima nego svakodnevno na delima, gde je postenje nacin zivota. Ideju svega toga ja vidim izmedju stubova Olimpije i u podnozju brdasca preko puta Akropola...nadam se da ce je i moja cerka videti ili osestiti silazeci strmim stazama kroz maslinjake prema moru.

Grcka je polazna tacka ali moze da bude i cilj putovanja. Bas kao u poslednjoj prelepoj sceni filma “Mediterraneo”:

“Nisu nam dozvolili nista da promenimo...i ja sam im onda rekao...uradili ste sve onako kao ste vi hteli ali necu vam dozvoliti nikada da me pretvorite u saucesnika...tako sam im rekao i vratio sam se ovde...”


























Per 20 polpette (circa)

4 zucchine (600-650 g)

2 uova

4 cucchiai di pangrattato

8 cucchiai di farina

40 g di feta

2 cucchiaini di lievito in polvere per torte salate o pizze

Sale, pepe

L’olio extravergine d’oliva per friggere (si, lo uso sempre quando friggo)



Per il chutney al pomodoro

(per un vasetto da 250 ml)

2 grandi pomodori maturi

1 cipolla rossa (media)

1 spicchio d’aglio

1 cucchiaio di olio extravergine d’oliva

1 cucchiaino di senape in polvere

1 cucchiaino di cumino

1 peperoncino piccante (piccolo)

sale

2 cucchiai di zucchero

1 cucchiaio di aceto di mele



Lavare e spuntare le zucchine e grattugiarle con una grattugia a fori piccoli. Strizzarle bene con le mani per eliminare  l’acqua in eccesso. In una ciotola mescolare le zucchine con le uova, il pangrattato, la farina, la feta sbriciolata, il lievito e il pepe. Io andrei cauta con il sale visto che la feta è già salata parecchio. Impastare a mano o con la forchetta (ma le mani sono l’attrezzo insostituibile). Bisogna ottenere un impasto abbastanza morbido però malleabile.

Scaldare l’olio in un wok. Prendere l’impasto con le mani  (l’equivalente di un cucchiaio ) e farlo scivolare nell’olio. Friggere un paio di minuti da un lato e dall’altro per ottenere le crochette di un bel colore dorato. Far asciugare su un foglio di carta da cucina o carta per fritti e servire caldo.

Qualche precisazione:

  •   Vivendo a Roma cerco di usare  sempre le zucchine romanesche – il loro sapore è davvero buono e la consistenza compatta.  Quando non ci sono le zucchine romanesche non faccio le polpette di zucchine e faccio altro. Il messaggio è seguente : usare le zucchine locali, di stagione senza voler servire le polpette di zucchine per il pranzo di Natale !! Ovviamente non sono tutte uguali ma come parametro uso la zucchina che pesa circa 180 g che poi diventano 150 (grammo più, grammo meno) e calcolo  che con 2 zucchine di polpette ne escono 10.

  • Non faccio parte di un fun club della feta però in queste polpette ci sta veramente bene...abbastanza asciutta e saporita quanto basta...certo, si può sostituire con un pecorino o parmigiano o con una buona caciotta  ma il sapore cambierà ovviamente. La ricotta la escluderei in questo caso perché è troppo acquosa.

  •  L’olio che uso per friggere è sempre extravergine d’oliva. AMEN. Magari non uso un olio delicato del Garda o ligure e neanche l’olio appena spremuto che conservo per condire un insalata, un piatto di verdure al vapore o un pesce al cartoccio ma non discuto neanche sul fatto che di un extravergine debba trattarsi. E non venite a dirmi che il fritto è pesante o che “sa di olio”... il fritto fatto bene con un olio buono non “sa di fritto” ma deve essere fatto con tutte le regole di un fritto serio. Quindi, padella pesante, la quantità adeguata e la temperatura giusta...magari attenzione alla dimensione della padella dove si frigge : inutile usare un’enorme per 20 pezzi e sprecare il triplo dell’olio, no?

  • L’ultima raccomandazione – questo impasto non può essere preparato in anticipo e deve essere “preparato e fritto” altrimenti si inumidisce. Eventualmente potete grattugiare le zucchine e strizzarle bene e lasciarle aspettare un paio di ore per aggiungere gli altri ingredienti dopo se proprio cambia molto nella scaletta del vostro lavoro.



Per preparare il chutney al pomodoro:



Lavare il pomodoro e farlo sbollentare per un minuto nell’acqua bollente. Tirarlo dall’acqua e spellarlo. Tagliarlo a metà e poi a quarti per poter eliminare i semi e tagliare ridurre la polpa a dadi. Sbucciare la cipolla ed affettarla sottilmente. Scaldare l’olio in una pentola pesante e farvi rosolare la cipolla. Aggiungere l’aglio schiacciato, il pomodoro, le spezie, il peperoncino, lo zucchero e il sale e mescolare bene. Mettere il coperchio e cuocere a fuoco medio per una mezz’oretta mescolando di tanto in tanto. Aggiungere l’aceto e proseguire la cottura per altri 10 minuti. Versare in un barattolino di vetro precedentemente sterilizzato (anche appena tolto dalla lavastoviglie va bene), chiudere e capovolgere.  





 Za manje vise 20 cuftica :

4 tikvice (600-650 gr)

2 jajeta

4 kasike prezli

8 kasika brasna

40 gr feta sira

2 kasicice praska za pecivo za slane torte

So, biber

Ulje za przenje (ja koristim uvek hladno cedjeno maslinovo ulje ali mozete da koristite i ulje koje obicno koristite za przenje)



Za chutney od paradajza

2 velika zrela paradajza

1 glavica crvenog luka (srednje velicine)

1 cen belog luka

1 kasicica senfa u prahu

1 kasicica kumina u prahu

1 mala ljuta papricica

So

2 kasike secera

1 kasika jabukovog sirceta

1 kasika maslinovog ulja



Oprati i ocistiti tikvice i nastrugati ih sitno. Iscediti rukama vodu iz njih.  Staviti ih u ciniju sa jajima, prezlama, brasnom, praskom za pecivo i izdrobljnim sirom. Pobiberite po ukusu i jako malo posolite jer je sir vec slan. Umesiti rukama ili viljuskom (u ovakvim slucajevima ruke  nezamenljive !). Masa koja se dobije je mekana ali njome ovlazenim rukama moze da se manipulise.

Zagrejati ulje za przenje i kada je doslo do odgovarajuce temperature rukama uzimati masu od tikvica (kolicinu supene kasike) i pazljivo je spustati u ulje. Prziti par minuta na svakoj strani ili dok cuftice ne porumene. Osusiti na kuhinjskom papiru i sluziti odmah dok su jos tople.

Par napomena :

  • Ja koristim tikvice koje se gaje u okolini Rima koje imaju zaista divan ukus i konzistenciju - ostanu kompaktne ali isto tako  znam da se one prodaju samo ovde. Poruka je sledeca: koristite tikvice kada im je sezona i koristite lokalne tikvice, “domace”...ako i kada ih nema pravite nesto drugo a tikvice koristite kada im dodje vreme ! Znaci, nije strasno ako na Bozicnoj trpezi nema tikvica...za Bozic  ili za Svetog Nikolu koristimo zimsko povrce...mera mi je manje vise tikvica neke srednje velicine teska oko 180 gr koja ociscena dodje na 150 gr. racunajuci da od 2 tikvice izadje 10 cuftica.
  • Nisam uclanjena u klub obazavaoca feta sira ali priznajem da ovde dobro ide – dovoljno je slan i ima tacno odredjeni  ukus. Kao alternativa moze da se koristi i neki dobar Sjenicki sir ili dobar parmezan ili ovciji kackavalj dok bih preskocila rikotu ili sremski sir koji su po mom misljenju dosta vlazni da ne kazem i vodeni...
  • Priznajem da retko przim ali kada przim koristim hladno cedjeno maslinovo ulje...to je navika koju sam stekla ziveci u Italiji. Naravno da ne koristim ulje koje kosta 20 eura litar, obicno ga cuvam za salatu ili njime zacinim neku finu ribu pecenu u rerni ili na gradelama (kada sam kod moje zaove na jugu Itailje) ili neko fino meso na zaru ali neko solidno hladno cedjeno da.  Znam da kod nas (mislim na moju otadzbinu) dobro maslinovo ulje nije bas jeftino, stavise, nemoguce ga je koristiti i za przenje ali bilo koje ulje da se koristi bitno je da je przenje odradjeno bez greske a to znaci : tezak tiganj, odgovarajuca kolicina ulja i odgovarajuca temperatura ulja. Isto tako nije neophodno za 20 komada koristiti ogroman tiganj i 3 puta vise ulja...
  •  I za kraj, ova masa ne moze da se spremi unapred i da se ostavi da ceka “bolja vremena” jer ce tikvice opet  pustiti vodu i sve ce se “razblatiti”... ovo mora da se spremi i da se przi odmah. Eventualno mozete da narendate tikvice i da ih ocedite rukama pa onda tako ocedjene da ih stavite u ciniju sa ostalim sastojcima i da NE UMESITE odmah nego u poslednjem trenutku ako vam to pomaze u satnici.


Chutney od paradajza:



Oprati paradajz i izblansirati ga u kipucoj vodi ne vise od minuta. Oljustiti ga, raseci na pola i onda na cetvrtine i izvaditi mu semenke. Iseci ga na kockice. Oljustiti luk i iseckati ga na tanka rebarca. Zagrejati ulje i kratko proprziti luk, dodati izgnjeceni cen belog luka, paradajz, zacine, ljutu papricicu, so, i secer i promesati. Sacekati da prokljuca i poklopiti. Kuvati pola sata na srednjoj vatri mesajuci s vremena na vreme. Dodati sirce i kuvati jos 10 minuta. Sipati u prethodno sterilisanu teglicu (sasvim je dovoljno samo sto je izasla iz masine za pranje sudova), zatvoriti i okrenuti na poklopac. Ostaviti tako da se ohladi. 





Insalata di sgombro con salsa di prezzemolo e zenzero...Salata od skuse sa sosom od persuna i djumbira

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Il mondo gira andando per conto suo e non ha certo il tempo di soffermarsi per guardare quello che fa ognuno di noi. Non penso neanche di aggiungere nulla di nuovo se dico che lo stesso mondo va avanti migliorando solo se tutto quello che ognuno di noi fa nel proprio quotidiano, nel proprio piccolo, nel proprio orticello ha un senso.
Adesso, non dico che tutto quello che noi facciamo  possa migliorare il mondo ma se ognuno di noi cercasse almeno di non peggiorarlo la strada del miglioramento sarebbe meno in salita .  La tradizione del cibo preparato in casa che da quando il mondo è mondo viene trasmessa da madre a figlia rappresenta il patrimonio di ogni famiglia e della comunità di cui si fa parte. E’ un patrimonio ricchissimo fatto di esperienze personali, di nozioni acquisite, di abilità, di ricerca, di pazienza ma anche di tempo impiegato come dono agli altri, di amore, di voglia di lasciare un ricordo, un segno, una memoria...è un’arte. Un’arte che  si trasmette con le parole ma soprattutto con i gesti. E’ un’arte che ci insegna non solo quanto sono importanti i rapporti con le persone e i legami che ci uniscono a loro ma che ci spinge a pensare anche quanto è importante amare e rispettare la natura. C’è sempre un motivo perché un piatto viene fatto in questo modo e non in un altro, perché vengono utilizzati questi ingredienti e non gli altri e per quale motivo certe preparazioni fanno parte di un territorio e non dell’altro.  Conoscere la risposta e capirne il significato vuol dire anche riflettere sui prodotti che utilizziamo, renderci conto quanta differenza c’è fra un prodotto fresco e uno surgelato, fra una maionese  preparata da noi e un barattolino preso dallo scaffale del supermercato, fra una frolla fatta come ci ha insegnato la nonna ma anche la vicina di casa e un rotolo di qualità indefinita già steso e avvolto nella carta e poi nella plastica (!) per non parlare del polpettone impastato nella nostra cucina e quello della vaschetta di polistirolo. Ci sarà un motivo perché per fare un certo dolce a mia zia ci volevano due giornate fra impastare 12 sfoglie, stenderle, cuocerle una alla volta, bagnarle con il latte né caldo né freddo, né troppo né poco, preparare la crema, comporre, preparare la glassa...non possiamo renderlo volgare cercando le scorciatoie, piuttosto non lo facciamo, facciamo altro ! Semplice...Perché cucinando seguendo le regole sfornando piatti fatti a regola d’arte impariamo il gusto del buon cibo e alleniamo il palato dei nostri figli al gusto. Alla bellezza.  Dire che non abbiamo tempo non è altro che un semplice alibi perché il tempo c’è...sono le priorità che sono diverse. Dedicare il proprio tempo alla preparazione del cibo come si faceva una volta vuol dire anche dedicarsi a se stessi, guardarsi dentro, riflettere sul mondo che ci circonda e allontanarsi per un po’ dai riflettori della piazza pubblica...vuol dire essere e non apparire. I nostri figli ci guardano e a me non sembra poco. 





Od kada je sveta i veka Zemlja se vrti oko sebe i ne osvrće se pretarno da kontroliše šta mi radimo. Ali samo ukoliko svemu onome sto svako od nas radi u sopstvenoj bašti damo smisao Svet moze da se postane bolji. Deluje lako i prejednostavno ali kada bi se svako od nas potrudio bar da ne pogorša vec  postojeće stanje samo po sebi bi i to bio korak unapred. Umeće pripremanja hrane se oduvek porodično prenosilo sa kolena na koleno i ono predstavlja  kulturnu baštinu  svih nas ponosob.  Bogatstvo tih porodičnih baština čine licna iskustva, taloženje znanja, veština, istraživanje, uloženo strpljenje i vreme kao ulog ljubavi i želje da se ostavi trag, prenese naučeno, ostavi uspomena...sve je to umetnost. Umetnost koja se prenosi rečima ali pre svega pokretima, gestovima. Umetnost koja nas uči ne samo tome koliko su važni odnosi medju ljudima već i koliko je važno voleti i postovati prirodu koja nas okružuje. Uvek postoji razlog zašto se odredjena jela prave na jedan način a ne na drugi, zašto se koriste odredjeni sastojci i zasto odredjena jela nastaju u okviru jedne teritorije  a ne na nekom drugom mestu. Znati odgovor i razumeti značenje vodi nas da razmišljamo o proizvodima koje koristimo i o njihovom kvalitetu, o razlici izmedju svežeg i smrznutog, izmedju majoneza napravljenog kod kuće i onog kupljenog u teglici , izmedju masnog testa pravljenog po receptu bake, tetke ili komšinice i onog kupljenog u već čuvenoj samoposluzi nepoznatog kvaliteta zavijenog u hartiju pa u karton pa u plastičnu ambalazu (!) a da ne govorimo o veknici od mesa koju smo sami umesili u odnosu na onu vec gotovu u kadici od stiropora. Ukoliko je za odredjeni kolač potrebno 2 dana posla da bi se ispekle kore, da bi se ohladile, da bi se natopile mlekom ni suviše malo ni suviše mnogo a to mleko treba da je ni suviše toplo ni suviše hladno, da bi se napravio krem, da bi se sve filovalo i napravila glazura najgore što može da se uradi je da se sav taj rad vulgarizuje tražeći “prečice”...poštenije je onda napraviti nesto drugo ! A i jednostavnije...naravno, za sve se plaća cena. U trenutku kada počnemo da kuvamo sledeći neophodnu azbuku i kada nam takav način kuvanja predje u naviku naučićemo da u tome i uživamo i počećemo da treniramo i da prefinjujemo  naša čula ukusa a tome ćemo učiti i našu decu...učićemo ih lepoti. Izgovor da se nema vremena je, kao sto mu i ime kaže, samo izgovor...vremena uvek ima, razlika leži u tome zašta ga koristimo, čemu dajemo prioritet. Posvetiti vreme spremanju hrane kao što se nekada radilo u neku ruku znači i posvetiti se sebi u samoci sopstvene kuhinje, gledati u sebe razmišljajući o pravom svetu u kome živimo i udaljiti se za trenutak od onog drugog, virtualnog ...jednom rečju znaci  BITI a ne PRAVITI SE. Za našu decu mi smo primer...nije to za zapostaviti !




Per 2 persone

1 sgombro (circa 500 g)

1 cipolla, 1 carota, 1 gambo di sedano

3-4 grani di pepe nero

3 rametti di prezzemolo

100 ml di vino bianco secco

La buccia di ½ limone non trattato

200 g di fagiolini

1 scalogno

100 g di couscous

100 ml di salsa di pomodoro

1 pugno di prezzemolo lavato e tritato

1 pezzo di zenzero fresco (2 cm)

Il succo di 1 limone

½ dl di olio extravergine d’oliva delicato

Sale, pepe



Per il court bouillon

Court bouillon è un concentrato di brodo vegetale  con l’aggiunta di una componente acida (vino, aceto) che serve per cuocere il pesce o i crostacei. Il pesce viene immerso nel court bouillon freddo mentre i crostacei vengono cotti nel court bouillon caldo.

Sbucciare la cipolla e tagliarla in quattro. Spellare la carota e tagliarla a pezzi grossi. Pulire e lavare il gambo di sedano e tagliarlo a grossi pezzi.  Lavare il prezzemolo. Versare un po’ più di 1 litro d’acqua in una pesciera, aggiungere il vino, le verdure ed infine la buccia intera del limone. Portare ad ebollizione, abbassare la fiamma, coprire con il coperchio e far sobollire per 45 minuti circa. A questo punto aiutandovi con una schiumarola eliminare le verdure e filtrare il brodo. Lasciar raffreddare. 

Il court bouillon così preparato può essere conservato nel frigorifero per un paio di giorni.



Versare il court bouillon nella pesciera e immergervi lo sgombro intero precedentemente pulito. Portare a bollore, abbassare la fiamma e cuocere per 15 minuti. Spegnere la fiamma e lasciare lo sgombro intiepidirsi nel court bouillon. Aiutandovi con una paletta tirare il pesce dal liquido, spellarlo con le mani e privarlo dalle spine con molta attenzione. 

Lavare e spuntare i fagiolini e cuocerli a vapore. Farli raffreddare e tagliarli a pezzetti lunghi un po’ più di 1 cm.

Per la salsa allo zenzero

Sbucciare lo zenzero e grattugiarlo finemente. In un bicchiere alto mettere il prezzemolo tritato, lo zenzero, il succo di 1 limone filtrato, ½ dl di olio extravergine d’oliva, sale e pepe.  Frullare con un mixer ad immersione fino ad ottenere un’emulsione.

Per il cous cous al pomodoro

Versare il cous cous in una ciotola. Scaldare la salsa di pomodoro e versarla sopra il cous cous aggiungendo un pizzico di sale. Coprire e lasciare 5 minuti. Sgranare il cous cous con una forchetta, aggiustare di sale e condire con un filo d’olio.

Sbucciare lo scalogno e tagliarlo finemente. Mescolarlo insieme allo sgombro spezzettato con le mani e con una parte della salsa allo zenzero.

Mettere sul piatto da portata un cerchio di acciaio (8 cm) e riempirlo con la metà del cous cous.  Livellare con un cucchiaio. Coprire con i fagiolini conditi con sale, pepe e un filo d’olio e finire con lo sgombro.
Sfilare con attenzione l’anello e condire con il resto della salsa allo zenzero.




Za 2 osobe:

1 skusa (500 g manje vise)

1 luk, 1 sargarepa i 1 parce celera

100 ml suvog belog vina

Korica od ½ limuna

3-4 zrna crnog bibera

Nekoliko strukova persuna

200 g okrugle tanke boranije

1 luk vlasac

100 g cuscus-a

100 ml soka od paradajza

Velika saka ociscenog, opranog I iseckanog persuna

Parce svezeg djumbira (2 cm)

Sok od 1 limuna

Maslinovo ulje (1/2 dl)

So, biber


Za court bouillon
Court bouillon je biljna supa napravljena uz dodatak kisele komponente (vino, sirce, limun) koja sluzi za kuvanje ribe. Riba se stavlja u hladnu supu a napr. jastog u toplu. 
Oljustite luk i isecite ga na pola, ocistite sargarepu i celer. Stavite povrce u hladnu vodu (malo vise od  1 litra), dodajte vino e koricu od limuna  i sacekajte  da provri. Kuvajte oko 45  minuta poklopljeno na jako tihoj vatri. Po isteku vremena izvadite povrce i procedite supu ako je poterbno. Ostavite da se ohladi. Stavite ponovo supu u serpu, stavite ociscenu skusu u njega i sacekajte da provri. Kada je provrilo smanjite vatru i ostavite da vrijucka 15 minuta najvise. Ostavite ribu da se ohladi u supi.  Posle toga je ocedite i pazljivo ocistite od kostiju i koze.

Operite i ocistite boraniju i skuvajte je na pari. Iseckajte je na komadice nesto duze od 1 cm.

U casu stapnog miksera stavite sitno seckani persun, izrendani djumbir,  sok od 1 limuna, so, malo bibera i ½ dl maslinovog ulja. Miksirajte dok ne dobijete finu emulziju.

Zagrejte u serpici sok od paradajza i prelijte njime cuscus kome ste dodali malo soli.  Dobro promesajte viljuskom i ostavite poklopljeno 5 minuta. Otklopite i razgranajte viljuskom i zacinite sa jako malo maslinovog ulja.

U jednom tanjiru iskidajte filete skuse prstima, dodajte sitno iseckani luk  i zacinite sa  jednim delom sosa od persuna i limuna.

Na tanjir stavite metalni prsten (sirina 8cm a visina 5 cm) i napunite ga polovinom cuscus-a. Pritisnite kasikom i preko njega stavite sloj boranije. Posolite i blago pobiberite. Preko sloja boranije stavite sloj ribe i pritisnite kasikom da sve poravnate. Pazljivo skinite metalni obruc i zacinite sve preostalim sosom od persuna i djumbira

Arrosto di maiale con le pere...Svinjsko pecenje sa kruskama

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Nella vita si sa, le cose impossibili non esistono!
Non esiste una tecnica così perfetta in grado di ricavare un boccone succulento  da un pezzo di carne secca come del resto non esiste neanche un taglio di carne talmente perfetto che non può essere rovinato con la cottura sbagliata.

1) Per trasformare un pezzo di carne in  un bel arrosto succoso e non in un pezzo di legno come diceva mia zia (ma anche tutte le zie o le nonne in giro per il mondo) la cosa principale da fare è scegliere il pezzo di carne “giusto”. Senza giri di parole, in questo caso “giusto” sta per “non magro”, ovvero, più o meno grasso. La carne magra sopporta le cotture brevi alle temperature alte mentre per le cotture lunghe a temperature medie la carne che utilizziamo deve essere protetta da un po’ di grasso.
2) Dopo aver trovato il pezzo di carne ideale è necessario scegliere bene la pentola. Dovrebbe essere leggermente più grande del pezzo di carne che dobbiamo cuocere. E’ chiaro perché non deve essere troppo piccola ma è altrettanto chiaro che non deve essere neanche troppo grande – per non permettere ai succhi che fuoriescono di bruciare. Volendo recapitolare, dovrebbe essere un po’ più grande dal pezzo di carne, giusto quanto basta per poter aggiungere le verdure che accompagneranno la cottura.
3) Una buona pentola per arrosti deve essere pesante, deve avere il fondo spesso e deve avere necessariamente il coperchio pesante. Deve essere pesante per poter sopportare la temperatura alta per un bel po’ di tempo e il coperchio pesante deve chiudere bene la pentola e non permettere al preziosissimo vapore di spiccare il volo e lasciare l’arrosto “a secco”. L’ideale sarebbe la pentola in ghisa possibilmente smaltata dentro (costano tantissimo ma durano altrettanto e danno tante soddisfazioni) ma anche una pesante pentola in terracotta con il proprio coperchio potrebbe andar bene. Ovviamente, va benissimo anche la pentola in rame con il coperchio (sempre se siete pronti a rinunciare alla vacanza o alla settimana bianca J ) come del resto anche una pentola in acciaio pesantissimo (personalmente non mi piacciono ma questo non vuol dire che non vadano bene). Qualsiasi buona pentola va bene purché abbia il suo coperchio e non uno qualsiasi, uno improvvisato o preso in prestito. Scherzi a parte, una buona pentola per arrosto è un investimento non solo per la vostra pancia ma anche per quella delle persone che condividono la vostra cucina tutti i giorni e per la pancia dei vostri ospiti e normalmente si compra una vollta nella vita. Bisogna dare retta a chi sostiene di non essere abbastanza ricco per poter comprare le cose a buon mercato (mia mamma per esempio)...questo è uno di quei casi !
4) Il pezzo di carne va rosolato da tutti i lati nel grasso che abbiamo scelto per sigillarlo bene. Questo passaggio è importantissimo perché facendo così tutti i succhi resteranno dentro la carne e il risultato sarà un arrosto succulento e gustosissimo. E’ più o meno come per il brodo e il bollito: Se desideriamo il brodo forte e saporito mettiamo la carne nell’acqua fredda (in tal caso il brodo è buono e la carne lascia molto a desiderare J ) mentre per avere un ottimo bollito la carne la mettiamo nell’acqua che bolle. Fine della digressione.
5) Dopo aver sigillato la carne possiamo sfumarla con l’alcol (vino, brendy...) e dobbiamo aspettare che l’alcol evapori. Solo dopo possiamo salare la carne e condirla secondo la ricetta.
6) La carne si cuoce sempre insieme ai vari odori (cipolla ma anche il porro, i cipollotti, lo scalogno tagliati grossolanamente, carota a rondelle, il gambo di sedano, aglio, il prezzemolo) . Se la ricetta lo richiede possiamo aggiungere anche la frutta (fresca o secca) tagliata a pezzi grossi. Le carni grasse richiedono l’acidità della frutta che rende meno “pesante” la sensazione di grasso in bocca. Tornando a noi, il fuoco è ancora alto e abbiamo aggiunto le verdure....
7) ...è arrivato il momento di aggiungere il liquido, il brodo ! Potete utilizzare il brodo vegetale o il brodo di carne ma se c’è una cosa assolutissimamente da evitare è il brodo di dado. Il brodo di dado sa di dado. Punto. Con tutte le verdure messe insieme alla carne e con tutte le eventuali spezie l’ultima cosa che può accadere è di ottenere un arrosto sciapo quindi, se avete finito il brodo di carne e se proprio non avete tempo per fare quello vegetale è meglio bagnare la carne con l’acqua e non con il brodo di dado !! Importante è che il brodo sia bollente. Non bisogna coprire la carne con il brodo. Un paio di mestoli abbondanti  basteranno. A questo punto si mette il coperchio e tutto si sposta nel forno...
8) La carne va messa nel forno precedentemente riscaldato. La temperatura non dovrebbe essere superiore a 170°-180°(dipende dal forno ovviamente) e il tempo di cottura dipende dal tipo di carne e dal peso. La carne di maiale si cuoce 80 minuti per chilogrammo, quella di vitello 60 minuti mentre quella di agnello ne richiede 45 minuti per chilogrammo. Oltrepassare di 10 minuti i tempi di cottura lenta non è poi così grave ma non ha nessun senso tenere l’arrosto ½ ora in più nel forno perché non è così che diventerà tenero se non lo è diventato...se è secco tale rimarrà, vuol dire che qualche passaggio è stato saltato o interpretato male. Ogni 40 minuti (più o meno) tocca controllare se bisogna aggiungere altro brodo. Ricordandoci sempre che il nostro arrosto ha il cuore debole dobbiamo fare di tutto per non “violentarlo” con lo stress termico. Quindi, la pentola va tirata fuori dal forno e messa sul fornello acceso, il brodo che aggiungiamo è sempre bollente e canticchiando a voce bassa la rimettiamo nel forno...
9) Quando la carne è cotta la tiriamo dalla pentola, l’avvolgiamo in un foglio di carta d’alluminio e la lasciamo riposare per almeno 15-20 minuti. Questo passaggio non bisogna saltare mai perché soltanto riposando i succhi della carne si distribuiscono bene e le fibre si distendono. Solo così la carne diventa morbida.
10) Se questo “papiro” è considerato una lezione per i principianti allora raccogliamo tutte le verdure e il sughetto della carne in un bicchiere alto e frulliamo tutto con il mixer ad immersione. Se è necessario diluire lo facciamo aggiungendo un po’ di brodo caldo. Difficilmente bisognerà aggiungere altro sale, casomai altro pepe o qualche altra spezia, erba aromatica...dipende dalla ricetta e dal gusto. Per l’ultimo consiglio non esistono i caratteri cubitali tanto grandi per sottolineare il messaggio – non bisogna mai diluire la salsa aggiungendo la panna o il latte che non faranno altro che coprire il gusto e soprattutto gli aromi ! Se il nostro scopo invece è salire di un gradino verso il livello più alto dell’arte culinaria allora dimentichiamo la salsa volgare preparata come spiegato sopra e procediamo seriamente ma ci vuole un altro post...to be continued...




U zivotu, to je opste poznata stvar, nemoguce stvari ne postoje !

Nema tako perfektne tehnike koja je u stanju da pretvori parce mesa koje je samo po sebi suvo u socan i ukusan zalogaj kao sto ne postoji parce tako dobrog mesa koje nije moguce upropastiti pogresnim  pecenjem.

1) Da bi smo od parceta mesa koje smo resili da ispecemo dobili socno parce pecenog mesa a ne “cepanicu” kako je to govorila moja baka (a sigurna sam ne samo moja) najosnovnije je da odaberemo “ispravno” parce mesa. Da ne idemo kao macka oko vruceg mleka – ispravno u ovom slucaju znaci da nije posno, tj. da u njemu ima masnoce.  Mrsavo meso moze da se pece kratko i na visokim temperaturama dok je za dugo pecenje na srednjoj temperaturi neophodno masnije meso.

2) Posto smo pronasli idealan komad mesa treba da pronadjemo odgovarajucu posudu u kojoj cemo taj komad mesa da ispecemo. Ona treba da bude nesto malo veca od komada mesa koje treba da pecemo. Jasno je zasto ne treba da bude suvise mala a treba da je i jasno da ne treba da bude mnogo veca jer ce sok od mesa jednostavno izgoreti. Da rekapituliramo, treba da bude nesto malo veca od komada mesa, tek toliko koliko je dovoljno da u nju dodamo povrce sa kojim cemo ga peci.

3) Neophodno je da je od teskog materijala, da ima debelo dno i ivice i da ima isto tako tezak poklopac. Mora da je teska jer mora da podnese dugo vremena dosta visoku temperaturu a poklopac mora kompletno da prione uz nju da se ne bi gubila dragocena para koja se unutra stvara. Idealna je serpa od gize po mogucstvu emajlirana iznutra (kostaju jako mnogo ali traju jos duze i daju zaista izvanredne rezultate) kao i zemljani djuvec sa poklopcem. U redu je naravno i teska bakrena serpa sa poklopcem (ukoliko ste spremni da se odreknete naprimer letovanja ili zimovanja J ) kao i serpa od visokokvalitetnog celika.  Jako je vazno da serpa ima sopstveni poklopac a ne improvizovani. Salu na stranu, dobra serpa za pecenje mesa je investicijane samo  za vas stomak nego i za stomak vasih ukucana i gostiju i obicno se kupuje jednom u zivotu. Verujte onima koji u odredjenim slucjaevima tvrde da nisu dovoljno bogati da bi kupovali jeftine stvari, ovo je jedan od tih slucajeva !

4) Komad mesa se uveze kuhinjskim kanapom i ne soli se odmah. So izvlaci tecnost iz mesa i ne soli se odmah da iz mesa ne bi izasli dragoceni sokovi koji ga cine socnim. U serpi se zagreje masnoca i na njoj se meso zapece sa svih strana. Ovaj prelaz je jako vazan jer na taj nacin se komad mesa “zatvori”, odnosno pore se zatvore. Kao kod mesa u supi: ukoliko zelimo dobro kuvano meso – stavljamo ga u vodu koja vri koja mesu zatvori pore a ukoliko zelimo dobru supu – meso stavljamo u hladnu vodu i vrenjem meso polako ispusta svoje sokove koji supu cine ukusnom i jakom (a meso je “dosta nikakvo”). Kraj digresije.

5) Posto smo meso zapekli sa svih strana tada ga prelijemo alkoholom (vino, brendi ili ono sto kaze recept) i sacekamo da alkohol ispari.  Tek tada se meso posoli sa svih strana i zacini po receptu.

6) Meso se uvek pece uz dodatak povrca  koje mu daje miris i koje ce na kraju biti izmiksovano i pretvoreno u sos koji se sluzi uz njega. Uvek se stavlja krupno seceni luk (ali i praziluk, mladi luk, luk vlasac...), krupno secena sargarepa, parce struka celera, beli luk i struk persuna. Ukoliko recept zahteva moze da se stavi i voce (sveze ili suvo) iseceno na krupne nomade. Masnija mese traze kiselost koje svako voce poseduje u manjoj ili vecoj meri...ta kiselost umanjuje osecaj masnog u ustima. Znaci, vatra je jos uvek jaka i stavili smo povrce...

7) ...dosao je momenat da se sipa tecnost a to je supa. Ona iznad svega ne treba da bude od kockice nego terba da bude ili biljna ili mesna. Pored svog povrca koje smostavili i komada mesa sa zacinima bolje je naliti vodom nego supom od kockice...ne postoji mogucnost da ce meso na kraju biti neukusno ! Bitno je da je supa vrela. Meso ne treba da je prekriveno supom...dve kutlace su sasvim dovoljne. Serpa se sada poklopi i stavi u rernu...

8) Rerna u kojoj se mese so pece mora prethodno da se zagreje. Prosecna temperatura na  kojoj se pece ne bi trebalo da je visa od 170°-180° (u zavisnosti od rerne naravno). Duzina pecenja zavisi od tezinemesa i od vrste mesa. Svinjsko meso se pece 80 minuta po kilogramu, telece zahteva 60 minuta po kologramu a jagnjece 45. Ukoliko imate toplomer za meso mozete da ga koristite i sa preciznoscu cete znati kada je unutrasnja temperatura svinjetine dosla do 80°, teletine do 70° a jagnjetine do 77°. Kada se meso pece dugo vremena na “nizim” temperaturama nije strasno ako se naznaceno vreme premasi za 10 minuta ali nema ni svrhe drzati ga u rerni pola sata duze jer nece postati mekse....ako je tvrdo i suvo takvo ce i ostati. Znaci da smo negde u prethodnim tackama pogresili. Svakih 40 minuta (manje vise) proverite da li treba da se doda jos malo tecnosti. I u ovom slucaju treba da se trudimo da ne “silujemo” to parce mesa “sokirajuci” ga promenama temperature. Znaci, serpu sa mesom izvadimo iz rerne i stavimo na topluringlu, otklopimo i dolijemo ako je potrebno jos malo vrele supe i vratimo opet u rernu....

9) Kada je meso gotovo izvadimo ga iz serpe i zavijemo u aluminijumsku foliju i ostavimo najmanje 15-20 minuta da se odmori. Ovo je neophodno da bi se sokovi ravnomerno rasporedili po mesu i da bi se tkiva opustila.

10) Ukoliko ovo “pisanije”smatramo lekcijom za “pocetnike” onda svo povrce i sok od mesa stavimo u visoku casu i izmiksujemo stapnim mikserom, ukoliko je potrebno razblazimo ga sa malo vruce supe i eventualno doteramo po ukusu (tesko da ce biti potrebno da se dosoli ali mozda da se pobiberi ili da se doda neka sveza zacinska biljka, to je sada stvar ukusa onoga ko kuva). Za poslednji savet nema dovoljno velikih slova kojima bi trebalo naglasiti da ne treba razblaziti sos dodatkom ni pavlake ni mleka jer ce i jedno i drugo samo pokriti sve ukuse i najvise mirise ! Ukoliko pak zelimo da predjemo na visi nivo kulinarske vestine onda sok od mesa treba da se procedi pa onda od te osnove da se pravi sos...to be continued....




(per 6 persone)



1,5 kg di arrosto di maiale ricavato dalla parte dell’arista vicino al collo
1 grande cipolla bionda
3 carote
1 gambo di sedano
1 spicchio d’aglio
3-4 rami di prezzemolo
2 pere Williams medie
Brodo vegetale *
2 cucchiai di tè rosso
½ bicchiere di vino bianco secco
3-4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
1 cucchiaio di burro
Sale, pepe

* con brodo vegetale si intende il brodo vegetale home made preparato con la carota, il sedano, la cipolla e il mazzetto aromatico fatti bollire nell'acqua per una quarantina di minuti minimo. 

Riscaldate il forno a 180°.
Legate l’arrosto con lo spago da cucina.
Pulite la cipolla e affettatela non troppo sottilmente. Spellate le carote e tagliatele a rondelle. Pulite e mondate il sedano e affettatelo grossolanamente. Pulite l’aglio e lavate il prezzemolo.
Scaldate il burro e l’olio in una  pentola di ghisa e rosolate la carne da tutti i lati. Sfumate con il vino bianco e aspettate che l’alcol evapori. A questo punto salate e pepate la carne, aggiungete il tè rosso, la cipolla, le carote, il sedano, l’aglio e il prezzemolo. Versate 2-3 mestoli di brodo bollentee mettete il coperchio. Mettete la pentola nel forno.
Per cuocere la carne di maiale bisogna calcolare 80 minuti a chilogrammo il che vuol dire che per  un arrosto di 1 chilo e mezzo ci vogliono esattamente 2 ore. Ogni 40 minuti (più o meno) tirate fuori la pentola dal forno per controllare se bisogna aggiungere altro brodo. Se dovete farlo aggiungete sempre il brodo bollente. Rimettete il coperchio e continuate la cottura nel forno.  40 minuti prima della fine della cottura aggiungete anche le pere tagliate a pezzi.
Quando la carne è cotta avvolgetela in un foglio di carta argentata e lasciatela riposare per almeno 15-20 minuti nel forno spento. Intanto raccogliete le verdure dalla pentola insieme al fondo di cottura che si è creato e frullate tutto con un mixer ad immersione.  Se vi sembra troppo densa diluitela con un po’ di  brodo caldo e controllate il sale. Tenete la salsa calda.
Eliminate lo spago e tagliate l’arrosto con un coltello affilato. Servite con la salsa calda.



 (za 6 osoba)


1,5 kg svinjskog mesa od vrata

1 velika glavica luka

3 sargarepe

2 male kruske

1 cen belog luka

3-4 struka persuna

1 struk celera

So, biber

2 kasike crvenog caja (aromatizovan vocem)

½ case belog vina

Biljna supa*

3-4 kasike hladno cedjenog  maslinovog ulja

1 kasika putera


* Pod biljnom supom se podrazumeva supa spremljena kuvanjem sveze  sargarepe, celera, luka i aromaticnog bilja u vodi najmanje 40 minuta. 



Zagrejte rernu na 180°.

Uvezite kuhinjskim kanapom meso i dajte mu na taj nacin koliko je god moguce praivilan cilindrici oblik.

Oljustite luk i isecite ga na ne preterano tanka rebarca. Oljustite i sargarepu i iseckajte je na kolutove. Operite celer, ocistite ga od eventualnih deblih niti i krupno ga isecite. Oljustite beli luk i sitno ga iseckajte. Operite persun.

Zagrejte ulje i puter u teskoj serpi u kojoj cete peci meso i stavite komad mesa da se zapece sa svih strana. Prelijte belim vinom i sacekajte da alkohol ispari. Kada je alkohol ispario posolite i pobiberite meso i pospite crvenim cajem.  Stavite u serpu luk, sargarepu, celer, beli luk i persun i prelijte sa 2-3 kutlace vrele supe.  Stavite poklopac i prebacite poklopljenu serpu u prethodno zagrejanu rernu.

Svinjsko meso se pece 80 minuta po kilogramu sto znaci da bi 1,5 kg mesa trebalo peci 2 sata. Svakih 40 minuta (manje vise) izvadite serpu iz rerne, otklopite je i ako je potrebno dodajte jos malo vrele supe. Poklopite ponovo i vratite u rernu. 40 minuta pre kraja pecenja dodajte i 2 oljustene kruske isecene na krupne parcice.

Kada je meso peceno zavijte ga u aluminijumsku foliju i ostavite najmanje 15-20 minuta da se odmori u iskljucenoj  rerni. U medjuvremenu stapnim mikserom izmiksujte svo povrce sa sokom od pecenja i ukoliko je potrebno razredite sa malo tople supe. Ukoliko je potrebno dosolite ali obicno nije potrebno. Drzite sos na toplom.

Izvadite meso iz folije, uklonite kanap i ostrim nozem (ili elektricnim) isecite meso na ploske. Sluzite uz sos.

Sardegna on my mind...

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Sono stata sempre attratta dalla bellezza invisibile, inconsapevole del proprio valore, la bellezza che noi stessi scopriamo solo dopo che la bellezza stessa ci ha invitato un segnale riconoscibile solo a noi. La bellezza da sola non esiste ma lo diventa se siamo noi a vedere le cose in un certo modo dando loro l’importanza e leggendole con un codice solo nostro. Le cose che abbiamo toccato, le persone che abbiamo incontrato, i paesaggi che abbiamo visto e vissuto hanno il potere di toccare la nostra sensibilità e di entrare nei nostri cuori. La bellezza sta nella consapevolezza delle cose conosciute e imparate. E’ come prendere una bella boccata d’aria in montagna a pieni polmoni...

Poco tempo fa la Sardegna ha riempito i miei polmoni.



Nonostante la separano solo 45 minuti di aereo da Roma, la Sardegna vive da sola come vivono da sole le persone mature in tutta la loro saggezza, non sole ma in compagnia di loro stessi !  E sono proprio le persone che mi hanno colpito durante questo blog tour promosso da Aifb e organizzato dalle Camere di Commercio di Sassari, Oristano, Nuoro e Cagliari. Le persone legatissime alla loro terra, alle loro tradizioni, alla loro lingua. Orgogliosi delle loro decisioni, delle loro scelte, delle loro vite. Custodi dei gesti che da generazioni vengono ripetuti tramandandosi di madre in figlia, di padre in figlio rinforzando sempre di più il legame con il proprio passato ma, consapevoli che bisogna sempre migliorarsi, costruendo anche un futuro tutto loro, diverso. Le persone autentiche, vere...con il senso di ospitalità delle volte addirittura commovente. L’ospitalità dei sardi è una filosofia di vita, un modo di essere, un codice comportamentale, una cosa estremamente seria.  In questi 4 giorni abbiamo parlato il linguaggio del cibo, abbiamo usato il codice della tradizione gastronomica per capire i luoghi, i tempi, le persone. 



La signora Mariella Pinna ci ha aperto le porte di casa sua a Olmedo, una piccola frazione alle porte di Sassari per raccontarci che cos’è il pane di Olmedo. E’ un pane cerimoniale che si prepara per i matrimoni, battesimi, fidanzamenti ed è riccamente decorato. La sua forma è ovale e viene decorato incidendolo con le minuscole forbicine oppure con i meravigliosi timbri di legno che rendono la superficie di questo pane simile a un merletto o a una tela di filagrana. Successivamente vengono applicate le figurine di pasta a forma di fiore, uccelli o frutta, tutti con chiaro messaggio simbolico. Servono da centrotavola oppure vengono regalati come bomboniere. Nella minuscola chiesa romanica di Olmedo la Pro Loco espone ogni anno il Presepe di pane interamente preparato dalle mani di signora Mariella e altre donne-artiste di Olmedo sperando di far rinascere la tradizione della preparazione dei pani cerimoniali in questa parte della Sardegna coinvolgendo le ragazze giovani...le donne Sarde non si fermano mai !




Non si ferma mai neanche Piero Delogu che ci ha deliziato con i vini della tenuta di famiglia nei pressi di Alghero durante il primo dei tanti, tantissimi e buonissimi pranzi che ci sono stati offerti durante il nostro blogtour in Sardegna che si è svolto pochi giorni prima di Natale. E’ lui stesso che organizza il lavoro nelle vigne e se ne occupa in prima persona. Secondo lui, un buon vino è la combinazione di alcuni elementi essenziali come l’uomo, la terra e il tempo. E infatti, i tre vini che abbiamo assaggiato non a caso si chiamano Ego, Geo e Die. Io personalmente ho adorato Geo, con il suo colore rosso intenso e il sentore dei frutti rossi che accompagnava meravigliosamente i formaggi semistagionati, ma anche il Die, il vermentino moderno e brioso.

Per la prima volta ho assaggiato i ricci crudi con il loro  retrogusto del mare e la bottarga quasi morbida che non sapeva solo di sale...un culatello meraviglioso che si scioglieva in bocca e i carciofi crudi morbidissimi...grazie !








E poi Pierangelo Monzitta del caseificio Monzitta e Fiori...

La storia della sua azienda è anche la storia della sua vita. E’ il frutto di una scelta coraggiosa, quella di prelevare l’azienda in un momento particolare e di giocare tutto su una carta sola – quella della qualità. Pierangelo fa i formaggi solo ed esclusivamente dal latte delle sue pecore che vivono allo stato brado, nutrendosi di sole erbe spontanee e prati polifiti per quasi intero anno visto il clima particolarmente mite. Durante 2-3 mesi quando l’erba nei prati manca alle pecore viene dato il fieno prodotto da loro. Nel caseificio letteralmente candido la mattina presto il latte viene lavorato a crudo e i formaggi che Pierangelo ottiene profumano davvero di erba, di fiori e di sale che i venti riescono a portare lassù fino a Tula, più precisamente fino alla regione che si chiama Logudoro (Posto d’oro). Sono quasi pastosi e si sciolgono in bocca. Penso che solo persone buone, umili e oneste siano capaci di produrre i prodotti di qualità superiore. Una bellissima storia di Pierangelo e di sua moglie, una storia di amore, fiducia e tenacia...



Dopo la chiaccherata con Pierangelo ci aspettano le sorelle Elena e Laura che da 9 anni gestiscono un bellissimo agriturismo, Pedru Caddu.  Sono persone molto riservate ma la loro apparente timidezza non riesce a nascondere una grandissima passione per la cucina. La loro è una cucina estremamente semplice però ogni piatto, ogni portata  ma anche una semplice insalata sono pensate  con un’erba aromatica particolare, un condimento o un ingrediente studiato ad hoc. Il miele di lavanda sulla lattuga, il finocchietto selvatico e il prezzemolo nella zuppa di pane carasau e provola (un’esplosione di gusti e di profumi), il limone sulla carne di agnello,  l’alloro in mezzo agli spiedini di fegatini morbidissimi, la buccia d’arancia nelle fritelline di ricotta e le treccine doppie di una pasta particolarissima fatta con lo strutto, fritta e poi passata nel miele...e poi le panadas : i pasticcini ripieni di carne di maiale aromatizzata e chiusi a scrigno che sembrano scatolette di legno pregiato con la patina dorata ! Sono semplicemente meravigliosi e si capisce che il ripieno che nascondono deve per forza essere altrettanto buono e infatti, lo è. CI conquista con la morbidezza e l'armonia dei profumi e dei sapori. Sembra facile chiuderli ma bisogna conoscere il giusto movimento delle dita che prendono due lembi di pasta e li piegano creando un bellissimo bordino ondulato.Giovanni Fancello, il gastronomo sardo e gran conoscitore della sua terra e delle sue tradizioni gastronomiche nonché l'abile cuoco ci ha mostrato il gesto delle dita ma non so quante panadas bosogna chiudere per acquisire la scioltezza del gesto...oppure quante zie e nonne bisognava aver osservato per impararlo ! Dovrei tornare in Sardegna, lo so. Ci sono tantissime cose da approfondire.






La cucina sarda è molto semplice e si basa sul utilizzo degli ingredienti locali freschissimi di qualità eccellente ma anche sulla manualità degna di alta oreficeria. Non si può rimanere indifferenti davanti a tanta semplicità che porta dentro di se tutt'altro. La bellezza è proprio nelle cose semplici ed è la prima cosa che le mie amiche blogger ed io abbiamo toccato con le mani, con gli occhi e con i cuori.
La prima sera andiamo a letto felici con la mente piena di nuove esperienze, volti, voci, suoni e profumi ma ignari di quante altre cose avremmo imparato e vissuto nei tre giorni a venire.

Ravioli di carne di maiale, 'nduja e arancia candita con coulis di ortiche...ravioli sa svinjskim meso, ljutim kulenom i kandiranom pomorandzom

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Se chiudo gli occhi vedo la nonna Cristina di spalle, con i capelli corti quasi bianchi pettinati e sempre in ordine e gli orecchini di perla a bottoncino che si vedono appena. Avvolta in una nube profumata di scorzette di limone, le spalle leggermente curve sopra la larga pentola con l’acqua che sobbolle dove allegramente galleggiano gli gnocchi di semolino e formaggio fresco. Man mano cuocendo
diventano sempre più regolari e assumono una forma ovale perfetta e una volta cotti a punto giusto vengono tirati su attentamente con la schiumarola per essere disposti a raggio sul piatto di porcellana bianca decorato con la delicatissima ghirlanda di fiorellini rosa e verde prato. Subito dopo verserà sopra un po’ di burro fuso e un paio di cucchiaiate di pangrattato abbrustolito. Erano semplicemente perfetti:  morbidi ma non morbidissimi, spugnosi ma non senza forma, con un gusto che sapeva leggermente di formaggio ma era proprio quello, insieme alla consistenza, che li rendeva unici. Ovviamente la nonna Cristina se n’è andata via senza scrivere la ricetta e né mia mamma né io non siamo mai riuscite a rifarli riproponendo la stessa consistenza, lo stesso gusto, la stessa sensazione di benessere che solo le cose semplici possono regalare. Pensandoci bene, forse non erano neanche tanto buoni come sembravano a me e continuano tuttora a sembrarmi ma se a distanza di decenni chiudo gli occhi per immaginarli non solo li vedo ma sento chiaramente il loro sapore. Sembra la classica scoperta di acqua calda ma ciascuno di noi ha la propria acqua calda che deve scoprire. L’acqua calda che la nonna Cristina mi ha lasciato in eredità sta nel sapore delle pietanze che escono dalla cucina, il sapore che noi abbiamo deciso che loro debbano avere, nel equilibrio degli ingredienti e nell’armonia che ne deriva. Che siano gli  gnocchi di semolino e formaggio, la crostata con la marmellata di melone e mele, la pralina con la frutta secca e arancia candita o qualsiasi altra cosa...bisogna chiudere gli occhi e cercare di sentire chiaramente il sapore. Solo se lo sentiamo davvero e se riusciamo a memorizzarlo potremo dire che ne è valsa la pena

Dentro ogni cosa ci deve essere la sostanza...



Kada zatvorim oči vidim baka Tonku s ledja, kratke i skoro potpuno sede uredno očešljane kose i sa malim bisernim mindjušama koje se sa potiljka tek pomalo naziru. Vidim je u oblaku pare koji miriše na limunovu koricu malo povijenih ramena iznad široke šerpe sa ključalom vodom u kojoj veselo plutaju njene čuvene knedle od griza i švapskog sira. Dok se lagano kuvaju rastu sve vise i vise, postaju sve  pravilnije i perfektno ovalne kao kašika kojom su vadjene da bi ih baka širokom šupljikavom rešetkom pažljivo vadila iz vode i redjala prvo na lanenu krpu a onda u krug na porcelanskom belom tanjiru iz njenog miraza ukrašenim nežnim venčićem sitnih roze i zelenih cvetića. Malo rastopljenog putera i proprženih prezli. Njene knedle su bile jednostavno savršene: mekane koliko je potrebno, sundjeraste ali ne bez oblika, imale su jasan ukus svežeg švapskog sira i bas taj specifican ukus ih je, zajedno sa konzistencijom, činio jedinstvenim i posle decenija  koje su od tada prošle sa sigurnošću neponovljivim. Na žalost baka Tonke više nema kao što nema ni zapisanog recepta za njene knedle a ni mama ni ja nismo nikada uspele da ih napravimo tako ukusne, tako mekane i u stanju da doprinesu stanju blagostanja kao sto to samo jednostavne stvari mogu da učine. Kada malo bolje razmislim, mozda one i nisu bile tako savršene kao sto se meni oduvek činilo ali i dan danas kada zažmurim vidim ih jasno kako drhte na tanjiru a još jasnije osećam njihov ukus na nepcima. Kao da se radi o klasičnom otkriću vruće vode ali svako od nas ima sopstvenu toplu vodu koja čeka da je otkrijemo. Ono što je meni baka Tonka ostavila u amanet da spoznam i da otkrijem je da svako jelo koje izadje iz naše kuhinje mora da ima odredjeni ukus, ukus koji smo mi rešili da mu damo i koji zavisi od ravnoteže sastojaka koje koristimo i harmonije u kojoj ti sastojci stoje. Nije važno da li se radi o knedlama od griza i sira, o krostati sa dzemom od dinje i jabuke, bombicama od suvog voća i kandirane pomorandze ili nečeg četvrtog...treba samo zatvoriti oči i sačekati da nam se u čulima pojavi ukus. Samo ukoliko ga jasno osetimo i ukoliko uspemo da ga zapamtimo da bi smo jednog dana mogli ponovo da ga prepoznamo možemo da kažemo da je vredelo.

Samo stvari koje u sebi nose sadrzaj imaju smisla...


(per 36 ravioli)

2 etti di farina
1 cucchiaino di curcuma
1 pizzico di sale
2 uova
1 cucchiaino di olio extravergine d'oliva


300 g di carne di maiale dalla parte del collo
1 cucchiaio di n'duja
1 spicchio di arancia candita
1 spicchio d'aglio
sale
timo fesco
1/2 bicchiere di vino bianco secco
2 cucchiai di olio extravergine d'oliva

2 fette di camembert (40 g)
2 cucchiai di pangrattato
1 pezzetto di arancia candita
'nduja

2 mazzetti di ortiche
olio extravergine d'oliva
sale




Per la sfoglia

Sistemate la farina a fontana sulla spianatoia, fate una fossetta in mezzo e versatevi le uova  con l’aggiunta della curcuma, un pizzico di sale  e l’olio extravergine d’oliva. Iniziate a sbattere con l forchetta cercando di incorporare sempre più farina dai bordi del pozzetto. Quando tutta la farina sarà incorporata iniziate a impastare con le mani spingendo in avanti con il palmo della mano e rigirando il panetto di pasta continuamente. All’inizio l’impasto sarà quasi duro ma man mano diventerà sempre più setoso e morbido. Dopo aver impastato per almeno 15-20 minuti la pasta dovrebbe essere sufficientemente liscia. Avvolgetela in un foglio di pellicola e lasciatela riposare come minimo 30 minuti...1 ora sarebbe meglio.



Per il ripieno

Tagliate la polpa di maiale a cubi grandi 3 cm circa. In una casseruola, possibilmente di ghisa smaltata, scaldate l’olio e fatevi rosolare la carne. Sfumate con il vino e lasciate evaporare l’alcol dopodiché salate e pepate la carne, aggiungete la ‘nduja, lo spicchio d’arancia candita tagliato a cubetti, l’aglio e le foglioline di timo fresco. Aggiungete poca acqua calda o meglio ancora il brodo vegetale o di carne (NON di dado), coprite, abbassate la fiamma e fate cuocere finché la carne non diventi morbida. Versate altro brodo caldo (o acqua) se dovesse servire.  Ci vorranno una quarantina di minuti più o meno.  Lasciate raffreddare la carne.

Tritate la carne insieme al fondo di cottura.  Aggiungete 1 fetta di pane precedentemente lasciata ammorbidire nell’acqua e strizzata con le mani, 1 pezzetto di Camembert (50 g), 1 pezzetto di arancia candita e un cucchiaino di ‘nduja. Assaggiate ed eventualmente aggiungete altro sale. Dovete ottenere un ripieno morbido e ben amalgamato ma nello stesso tempo abbastanza compatto e malleabile.

* volevo evitare la ricotta nel ripieno perché secondo me la ricotta tende a coprire il sapore della carne. In poche parole, volevo che il ripieno sapesse proprio di carne di maiale e che si sentisse sia l’arancia candita che il piccantino. Ho tentato di ottenere un ripieno morbido con  l’aggiunta di solo pane bagnato ma non bastava e così ho sperimentato con il cammembert...mi sembra che tutto sommato sappia meno di latte (ovviamente non avevo un cammembert di quelli che si comprano nei negozi “bijoux” in Normandia fatti con il latte crudo e che trovano la loro pace insieme a un buon bichiere di vino rosso) con la quantità di grassi sufficiente per rendere il ripieno cremoso. Amen. Se devo rispondere alla domanda : il ripieno sa di suo ripieno? Si, grazie.



Per il coulis

Indossando i guanti in lattice pulite le ortiche conservando soltanto le foglie e le cimette. Lavatele bene sotto l’acqua corrente. Fatele sbollentare in acqua per un paio di minuti. Tiratele dall’acqua con la schiumarola e frullatele con un mini pimmer insieme all’olio extravergine d’oliva, un pizzico di sale e, se serve, un po’ di acqua di cottura per ottenere una salsa liscia e lenta. 



Per confezionare i ravioli

Infarinate leggermente la spianatoia con la semola e dividete la pasta in due parti. Mentre lavorate la prima, avvolgete la seconda nella pellicola per non lasciarla seccare. Stendete la pasta in una sfoglia piuttosto sottile (2 mm al massimo) e con un coppapasta rotondo da 6 cm tagliate i cerchi di pasta. Dividete il ripieno in mucchietti grandi quanto un’oliva e disponeteli sulla metà dei cerchi di pasta. Potete fare le palline di ripieno a mano a forma di una biglia oppure, se preferite, aiutarvi con un sac à poche. Coprite i cerchi con il ripieno con gli altri cerchi premendo bene con le dita cercando di far uscire l’aria  ma anche di unire bene due sfoglie. Eventualmente potete bagnare leggermente i bordi del cerchietto con un dito bagnato di acqua prima di chiuderlo. Tagliate ogni raviolo con un coppapasta dentellato di 5 cm. Ripetete l’operazione con l’altra metà della pasta.


Mettete a bollire l’acqua in una grande pentola capiente e salate l’acqua quando inizia a bollire e non prima.  Mettete i ravioli nell’acqua, fate riprendere il bollore e fateli cuocere per 7-8 minuti (anche guardandoli l’occhio allenato è in grado di valutare se sono cotti o meno ma il buon vecchio metodo di assaggio non tradisce mai). Tirateli dall’acqua con la schiumarola e conditeli con il coulis di ortica caldo. Ultimate con un filo d’olio e, volendo, con una spruzzata di parmigiano.






(za 36 raviola)


200 gr mekog brasna

1 kasicica kurkume u prahu

Malo soli

2 jaja

1 kasicica hladno cedjenog  maslinovog ulja



300 gr svinjskog mesa od vrata

1 parce kandirane pomorandze

1 cen belog luka

So

Timijan

½ case suvog belog vina

2 kasike hladno cedjenog maslinovog ulja

2 parcenceta cammembert-a (40 gr)

2 kasike prezle

1 parcence kandirane pomorandze

malo ljutog kulena (kolicina po ukusu)



2 veze koprive

Hladno cedjeno maslinovo ulje

so





Za testo

Na dasci za mesenje stavite brasno na gomilicu i na vrhu napraviti malo udubljenje. Stavite u njega jaja, kurkumu, malo soli i maslinovo ulje. Pocnite da lupate viljuskom strudeci se da postepeno uzimate sve vise brasna sa ivica. Kada ste umesali svo brasno pocnite da mesite rukom pritiskajuci unapred krajem dlana i okrecuci stalno testo. U pocetku ce testo biti cak i tvrdo ali posle jedno 15-20 minuta (ne salim se) postace sve svilenije i mekse. Zavijte ga u prijanjajucu foliju i ostavite da se odmori najmanje 30 minuta...1 sat bi bilo bolje.



Za nadev
Isecite meso na parcice velike 3 cm. U teskoj serpi po mogucstvu od emajlirane gize, zagrejte maslinovo ulje i proprzite meso sa svih strana. Prelijte belim vinom i sacekajte da alkohol ispari, posolite, pobiberite, dodajte parce kandirane pomorandze, cen belog luka i listice svezeg timijana. Izmiksujte sve zajedno i ako treba dosolite (umereno). Nadev treba da je mekan ali istovremeno i kompaktan da bi od njega mogli da pravite kuglice.Nalijte sa malo tople vode ili supe (NE od kockice), pustite da prokljuca, poklopite i smanjite vatru. Ostavite da se krcka jedno cetrdesetak minuta dok meso potpuno ne omekne. Ako treba dodajte jos malo tecnosti. Ostavite meso da se ohladi.
Izmiksujte meso sa sokom koje je ono pustilo. Dodajte jedno parce hleba namocenog u vodi i ocedjnog rukom, jos jedno parcence kandirane pomorandze, Cammembert i parcence ljutog kulena. Izmiksujte sve zajedno i ako treba dosolite (umereno).  Nadev treba da je mekan ali istovremeno i kompaktan da bi od njega mogli da pravite kuglice.

*namera mi je bila da napravim nadev bez rikote koja po mom misljenju, isto kao i sremski sir, ima suvise izrazeni ukus mleka koji pokriva ukus svinjskog mesa. Da sazmem u par reci htela sam da nadev ima ukus svinjetine sa primesom kandirane pomorandze i malo ljutine. U svakom slucaju morala sam nekako da razmekasm meso i pokusala sam samo sa hlebom ali nije bilo dovoljno. Onda sam probala da stavim parcence kamambera koji naravno nije bio neki sjajni kamamber koji se jede pijuckajuci neku dobru casu crnog vina nego neki prostacki kamamber iz samoposluge ali se pokazao savrsenim jer je dao potrebnu masnocu a nije sve pretcorio u ukus sira. Amen. Ako je pitanje bilo: da li nadev ima ukus svinjskog mesa ? Odgovor je: Ima.


Za sos

Obavezno navucite tanke gumene rukavice i ocistite koprive birajuci samo lisce i vrhove koji su mekani. Dobro operite pd tekucom vodom. Izblansirajte listove koprive par minuta u kipucoj vodi. Ocedite i izmiksujte stapnim mikserom zajedno sa maslinovim uljem, prstohvatom soli i, ukoliko je potrebno, sa malo vode od kuvanja koprive. Sos koji treba da dobijete treba da je gladak i i jako mekan.




Za pravljenje raviola


Pospite dasku za mesenje griz brasnom ili ostrim brasnom (malo) i podelite testo na dva dela. Dok radite prvi deo testa drugi zavijte u prijanjajucu foliju da se ne susi. Razvucite testo jako tanko (najvise 2mm) i okruglom modlom precnika 6 cm secite krugove. Od nadeva napravite kuglice velicine  maslinke srednje velicine i rasporedite ih na polovini krugova od testa. Kuglice mozete ili da pravite rukama ili uz pomoc poslasticarske vrecice. Pokrijte preostalim krugovima testa testo na koje ste stavili nadev od mesa i dobro pritisnite prstima da bi se testo “zalepilo” ali i da bi eventuali vazduh izasao. Ukoliko je poterbno navlazite izice donjeg kruga testa vlaznim prstom pre nego sto pritisnete. Isecite sada reckavom okruglom modicom za keks precnika 5 cm. Ponovite ovu operaciju sa preostalim testom.




Stavite vodu da provri u velikoj i sirokoj serpi. Posolite je tek kada pocne da vri a nikako ranije. Kada je voda provrila stavite raviole da se kuvaju, sacekajte da voda ponovo pocne da vri i kuvajte ih 7-8 minuta (iztrenirano oko je u stanju da oceni i bez gledanja na sat da li su kuvani ili ne ali stari isprobani metod da se proba nikada nije izneverioJ). Izvadite ih iz vode velikom supljikavom kasikom i zacinite vrucim sosom. Stavite na tanjire, zacinite  sa malo maslinovog ulja i, ukoliko zelite, pospite kasikom sveze ribanog parmezana.

Conciato romano...le richezze dell'Italia #blogtourcaserta#aifb

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Andando  in macchina da Roma verso il Sud la Reggia di Caserta si vede dall’autostrada. Nella migliore delle ipotesi ci si ferma per visitarla e per fare due passi nei suoi meravigliosi giardini dopodiché si riprende il viaggio verso la destinazione prescelta senza neanche prendere in considerazione una, pur breve, visita alla città di Caserta e i suoi dintorni. 


E’ un vero peccato perché deviare ci  porterebbe  ad addentrarci in un territorio quasi vergine, curato e protetto...nella norma delle cose dovrebbe essere sempre così ma sappiamo che non lo è purtroppo. 




Percorrendo le  strette stradine di campagna che salgono per scendere subito dopo da una collina all’altra seguendo la strada dei Racconti di terra si arriva all’ azienda agrituristica Le Campestre




Si potrebbe dire che la storia della famiglia Lombardi è la tipica storia del Meridione: una coppia dei figli della terra dell’alto casertano decide di emigrare nel Belgio in ricerca, come tantissimi,  di un futuro migliore. Ma una volta organizzata la famiglia in mezzo alle nebbie,  le piogge e il cielo grigio, basso e nuvoloso capiscono che la fatica, i sacrifici,  le notti insonni e le preoccupazioni hanno senso solo se il sudore delle mani impregna la terra loro, quella dove sono nati e che conoscono perfettamente, quella che amano come si amano gli affetti più cari,  dove saranno sì costretti a partire da zero ma con un’idea precisa di rendere il loro mondo migliore.



Insieme ai figli ormai cresciuti maturano la consapevolezza che per migliorarlo non basta solo coltivare il grano da soli, allevare le pecore, piantare e curare l’orto, potare il frutteto, diventare bravissimi casari e trasformare i prodotti del loro fazzoletto di terra nei piatti gustosi e saporiti. Non basta solo impegnarsi nel migliore dei modi nella propria azienda.  Perché migliorarlo vuol dire anche non lasciare all’abbandono i paesi, curare l’ambiente, non costruire abusivamente, tutelare il territorio rendendolo bello perché la bellezza è tutto e ha tante sfaccettature.  Il mondo è uno ma fatto di tanti piccoli mondi e che per migliorarlo bisogna farlo insieme alle altre persone. Manuel Lombardi e i suoi amici l’hanno capito perfettamente.





Il Conciato romano è il vero fiore all’occhiello di questa azienda. E’ un formaggio di antiche tradizioni, un “parente” del formaggio di fossa. E’ un formaggio di latte crudo di pecora, ma potrebbe essere anche di capra o di mucca, fatto con il caglio naturale di capretto. Dopo due ore la cagliata viene rotta a mano fino a ridurla alla dimensione dei chicchi di riso e a mano vengono formati i caci che finiscono nelle piccole fuscelle tradizionalmente fatte di vimini ma adesso sono di plastica, purtroppo. Vengono girate più volte e salate da tutte e due i lati. Dodici ore dopo la salatura i caci vengono tolti dalle fuscelle e disposti sugli scafali di legno (“casale”) all’aperto, in un posto ventilato e all’ombra coperti dalle zanzariere per asciugarsi.

Successivamente le forme di formaggio asciugato vanno “conciate” per la prima volta con l’acqua della cottura delle pettole, una tipica pasta del luogo. Sulla superficie dei caci si creerà così uno strato sottilissimo di amido che trasformandosi porterà a un’ulteriore fermentazione ma nello stesso tempo creerà un filtro di passaggio fra la seconda concia e la parte interna del formaggio. La seconda concia viene fatta con un’emulsione di olio, aceto di vino di casa vecchia, peperoncino e piperna. Solo a questo punto i caci vengono sistemati nelle anfore di terracotta, chiuse e sistemate in un luogo fresco. Il formaggio viene stagionato da 6 mesi a 2 anni. All’inizio è duro, quasi da grattugiare ma con il passare dei mesi è sempre più “morbido” per diventare quasi cremoso all’interno dopo 15-16 mesi.

E’ un formaggio davvero particolare. Forte, piccante come gusto  e molto impegnativo. Lo chiamerei quasi “da meditazione”. In cucina tende a coprire gli altri sapori ma da solo sulla pasta, amalgamato con l’acqua della cottura di una pasta rustica rende moltissimo.  Lo immagino bene anche come il formaggio per mantecare un risotto con le zucchine, nelle polpette di pane per  esempio oppure nella polenta taragna come piatto unico. Noi  l’abbiamo mangiato tagliato a pezzetti insieme alla mela cotta nel forno. Eccezionale.

Capita...desava se...

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Ecco...è successo ancora una volta...sono scomparsa...
Questo gioco è iniziato con serenita e allegria e se gli ingredienti principali vengono a mancare sono assolutamente incapace di sfornare anche il dolcetto più banale...passerà.
Spero presto...


Evo...opet se desilo da sam nestala...
Sve ovo je zapocelo uz puno radosti i vedrine a kada glavni sastojci nisu na raspolaganju nisam u stanju da napravim ni najjednostavniji kolacic...proci ce.
Nadam se uskoro...




Pollo con cipolla rossa di Tropea, fichi freschi e miele di lavanda...piletina sa crvenim lukom, svezim smokvama i medom od lavande...

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Adoro la Francia...

Ogni volta che ci vado me ne innamoro sempre di più e ritorno a casa con le solite farfalle allo stomaco...

Andare in Provenza
è un po’ come andare all’appuntamento con il fidanzato che non abbiamo visto da un bel po’ di tempo...sappiamo come deve essere ma restiamo meravigliate perché ogni volta è più bello del previsto...è rassicurante perché ogni volta ritroviamo quello che ci ha fatto innamorare la prima volta ma anche quel pizzico di qualcosa in più...torna il sorriso, il buon umore...si sta bene là dove le cose che ci circondano hanno le forme, la luce, i colori, i profumi, i sapori che solo a noi sembrano speciali...sembra che quella magia stava lì ad aspettarci da sempre perché si tratta del nostro posto dell’anima. Guai a non riconoscere i luoghi e le persone che fanno per noi....alla bellezza e alla felicità non bisogna rinunciare mai...







Obozavam Francusku...

Svaki put kada odem vratim se jos zaljubljenija i sa neizbeznim leptirima koji skacu po stomaku...

Put u Provansu je kao odlazak na sastanak sa deckom sa kojim se nismo videli dugo vremena...znamo da je lepo ali se svaki put zacudimo kada spoznamo da je svaki put sve lepse i lepse...uliva  nam sigurnost jer po hiljaditi put pronalazimo ono zbog cega smo se zaljubile prvi put ali i mrvicu neceg novog...osmeh se vraca, dobro raspolozenje isto...lepo nam je tamo gde stvari koje nas okruzuju imaju oblik, sjaj, boju, miris i ukus koji su samo nama posebni...samo mi u tim stvarima vidimo magiju jer se radi o mestu za nasu dusu. Velika je nevolja ne prepoznati mesta i osobe koje su stvorene za nas...lepota i sreca ne treba nikada da nam promaknu...


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Pollo con cipolla rossa di tropea, fichi freschi e miele di lavanda

4 sovracosce di pollo disossato
(spero che tutti abbiate il mecellaio gentile come Marco, se no...anche da soli va bene)
1 cipolla rossa di tropea
3 cucchiai di olio extravergine d'oliva
1/2 bicchiere di vino bianco secco
4 fichi frechi maturi
1 cucchiaio di miele di lavanda
sale, pepe di Sichuan
fiori di lavanda essicati


Tagliare la carne a pezzi non molto piccoli. Sbucciare la cipolla e affettarla sottilmente. Scaldare l'olio in un tegame antiaderente (io uso spesso il wok e mi trovo molto meglio) e saltarvi velocemente le cipolle. Aggiungere la carne, farle prendere il colore da tutti i lati e sfumare con il vino bianco. Quando l'alcol è evaporato abbassare la fiamma (deve cuocere a fiamma media) e condire con il sale e il pepe di Sichuan macinato sul momento. Girare spesso con una paletta. In tutto ci vorranno una ventina di minuti di cottura. 5 minuti prima della fine della cottura aggiungere il miele e mescolare bene. Dopo un paio di minuti aggiungere i fichi freschi lavati e tagliati a quarti mescolando con cura. 
Servire con il riso oppure il cous cous cospargendo il piatto con i fiori di lavanda essicati.





Piletina sa crvenim lukom, svezim smokvama i medom od lavande

4 pileca karabatka bez kostiju
(u slucaju da imate ljubaznog kasapina kao sto je moj Marko...u protivnom, sami)
1 glavica crvenog luka
3 klasike maslinovog ulja
1/2 case suvog belog vina
4 sveze smokve
1 kasika meda od lavande
so, secuanski biber
suva lavanda

Iseci meso na kocke ne preterano male. Oljustiti luk i iseci ga na tanka rebarca. Zagrejati maslinovo ulje u teflonskom tiganju (ja cesto koristim wok i cini mi se da je za ovako "brzo" spremanje jako zgodan) i proprziti luk onako "na brzinu". Dodati meso i zaprziti ga sa svih strana, preliti belim vinom i posto je alkohol ispario posoliti i pobiberiti i smanjiti vatru na srednju jacinu. Vesto prodrmati tiganj ili pazljivo promesati ravnom lopaticom. Bice potrebno ne vise od 20 minuta dinstanja. 5 minuta pre kraja dodati med i dobro promesati a posle par minuta i smokve prethodno opran ei isecene na cetvrtine. Promesati JAKO PAZLJIVO.
Posluziti uz pirinac ili cous cous i posuti lavandom.


Tortino di pistacchio e pere con riduzione di Libìci...Kolac sa pistacem i kruskama i sosom od crnog vina...

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Sono quasi incapace di fare bene le cose che non mi piacciono. O meglio, spesso mi capita di farle ma le faccio un pò a metà. Il nemico, quando non puoi vincere alleati, no? 
In cucina invece
cerco di usare sempre gli ingredienti che mi piacciono sia per il sapore, il colore, il profumo o semplicemente per l'unione che può nascere combinandoli insieme. Adoro il verde del pistacchio, il profumo del burro, il profumo delle spezie che riempie tutta la casa. Recentemente e per puro caso ho conosciuto l'amico di una mia amica che mi ha fatto conoscere un vino calabrese che mi è piaciuto tantissimo e volevo utilizzarlo in questa ricetta. Perché un vino calabrese in una ricetta di chiara ispirazione piemontese ? Perché si...è un mio augurio...

Prakticno nisam u stanju da uradim kako treba stvari koje mi se ne dopadaju. U stvari cesto mi se desava da moram da ih radim ali priznajem...radim ih sa pola daha. Kada ne mozes da pobedis neprijatelja ti mu se pridruzi, tako bi nekako trebalo da je u mom slucaju !
Kada kuvam trudim se uvek da koristim iskljucivo sastojke koje volim. Nevazno je da li se radi o ukusu, mirisu ili jednostavno o krajnjem rezultatu koji proizilazi iz tog hemijskog procesa. Obozavam pistac i tu njegovu jarko zelenu boju, miris putera i zacina koji jednostavno ispune svaki kutak kuce. Skoro sam sasvim slucajno upoznala druga jedne moje drugarice i preko njega jedno vino iz Kalabrije koje mi se jako dopalo. Zato sam i zelela da ga upotebim u ovom receptu. 
A zasto vino iz Kalabrije u receptu koji je ocigledno inspirisan receptom iz Pjemontea? Eto tako...sa najlepsim zeljama...



Tortino di pistacchi e pere con riduzione di Libìci
(per 2 persone)

1 albume
35 g di pistacchi tritati
35 g di zucchero
12,5 g di farina
45 g di burro sciolto
2 pere cosce (piccole)
300 ml di vino rosso (io ho usato Libìci del 2007 di  Casa Comerci)
60 g di zucchero
1 chiodo di garofano
1 pezzetto di cannella

Sbucciare le pere lasciando il picciolo.
In un pentolino di acciaio mettere le pere, il vino, lo zucchero, il chiodo di garofano e il pezzetto di cannella. Mettere il coperchio a metà e far bollire per 30 minuti a fuoco medio. Togliere le pere e far bollire il vino per altri 15-20 minuti  a fuoco basso e senza coperchio. Spegnere il fuoco e lasciar raffreddare completamente.
Intanto montare con le fruste l’albume con lo zucchero, aggiungervi i pistacchi tritati, la farina e il burro sciolto. Lasciar riposare nel frigo per una ventina di minuti.
Intanto imburrare e infarinare due formine di alluminio per crème caramel, versarvi l’impasto per i tortini e infilare in mezzo la perina cotta nel vino.
Cuocere nel forno precedentemente riscaldato a 170° (ventilato) per 13-15 minuti.
Sformare e servire con la riduzione del Libìci.

Kolac sa pistacem i kruskama sa sosom od crnog vina 

(za dve osobe)
1 belance
35 gr mlevenog pistaca (moze i badem ili lesnik)
35 gr secera
12,5 gr brasna
45 gr istopljenog putera
2 male kruske
300 ml crnog vina
60 gr secera
1 klincic
1 parcence cimeta

Oljustiti kruske ali ostaviti peteljku.
U celicnu serpicu staviti kruske sa vinom, secerom, klincicem i cimetom. Kada provri smanjiti vatru do srednje jacine i poklopiti skoro sasvim. Kuvati 30 minuta. Izvaditi kruske iz vina a vino kuvati na slaboj vatri (bez poklopca) jos jedno 15-20 minuta. Iskljuciti vatru i ostaviti da se ohladi potpuno.
U medjuvremenu umutiti belance sa secerom, dodati pistac ili badem ili lesnik, rastopljeni puter i brasno. staviti u frizider 20 minuta.
Namazati puterom i posuti brasnom dve aluminijumske modlice za krem karamel (kao za projice), razdeliti masu sa pistacima i u svaku staviti krusku kuvanu u vinu (ona ce naravno da viri ali tako i terba).
Peci u rerni koja je prethodno zagrejana na 170° (sa ventilacijom) 13 - 15 minuta.
Prohladiti i izvaditi pazljivo iz modlice i posluziti sa sosom od crnog vina.

Il primo menù di settembre (tortino di patate e finghi porcini)...Septembarski jelovnik (tortica od krompira i vrganja)...

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Amo settembre e non solo perché è il mese del mio compleanno. Mi piace il cielo terzo, l'aria frizzante della mattina, i colori più tenui ma ancora vivi e il grande fermento che si sente dopo le vacanze e l'ozio di agosto.
Non l'ho mai vissuto come la fine dell'estate ma come l'inizio di qualcosa di nuovo, come un'opportunità in più che aspetta semplicemente di essere vista e colta al volo...da non perdere !
E poi, settembre è il mese degli incontri con gli amici e dei pranzi in compagnia.
Questa è un'idea...

Volim septembar i ne samo zato sto je to mesec mog rodjendana. Volim vedro nebo, sveza jutra, boje koje postaju blaze ali su jos uvek tu, prisutne. Iznad svega volim energiju koja se oseca posle godisnjih odmora i avgustovskog lencarenja. Nikada nisam dozivljavala septembar kao kraj leta nego kao pocetak neceg novog, kao novu mogucnost koja jednostavno ceka da je mi vidimo i ugrabimo u letu...!
Posle svega, septembar je mesec kada se vracamo druzenju sa prijateljima, nedeljnim ruckovima.
Ovo je samo jedna ideja...




Cuori di polenta con ‘nduja

200 g di polenta bramata
1,5 l di acqua (circa)
Sale
‘nduja di Spilinga
Parmigiano grattugiato

Far bollire l’acqua, salarla e versarvi la polenta mescolando con la frusta a mano. Cuocere per 40 minuti circa mescolando di tanto in tanto.
Intanto preparare le “gocce” di ‘nduja mescolando la ‘nduja con un po’ di parmigiano grattugiato. Preparare le minuscole perline grandi quanto una nocciola e metterle per una ventina di minuti nel congelatore (sistemate una accanto all'altra su un foglio di carta da forno).
Riempire gli stampini di silicone con la polenta e infilare in mezzo una “goccia” di ‘nduja. Lasciar rapprendere per alcune ore. Togliere i cuori dagli stampini e scaldarli per qualche minuto nel forno prima di servire.
p.s. volendo preparare una versione vegetariana al posto della 'nduja si può utilizzare la ricotta lavorata con il prezzemolo tritato oppure insieme alle nocciole tritate. 



Srca od palente


200 g kukuruznog brasna

 (u ovom slucaju mesano kukuruzno i heljdino brasno)

1,5 l vode (otprilike)

Ravna kasicica soli

‘nduja*

(sveza masna kobasica umesena sa ljutom tucanom paprikom, dimljena – Spilinga,Calabria)

Ili

Sveza kobasica



Napraviti sitne perlice od sveze kobasice i modelovati ih rukama.

Staviti vodu da prokljuca, posoliti je i odjednom sipati svo brasno mesajuci brzo metalnom zicom da se brasno ne bi zgrusalo. Kada se brasno sjedinilo sa vodom mozete i da prestante da mesate stalno mesajuci samo s vremena na vreme. Ukoliko treba, dodajte malo vruce vode i kuvajte 30 – 40 minuta. Znam da postoji instant kukuruzno brasno koje je gotovo za 2 minuta ali niko ne moze da me ubedi da je rezultat isti ! Ne nalazim cak ni da je nemoguce skuvati pravi kacamak – potrebna je samo jako teska serpa (moja je od jako teskog aluminijuma ali isto tako su dobre i one bakarne naravno),metalna zica ili drvena varjaca (meni je lakse i jednostavnije da mesam zicom) i vreme.

Sipati skuvani kacamak u modlice od silikona (moje su u obliku srca i male su ali mozete da koristite oblike koje imate i koji vam se dopadaju) i u svaku ubosti po jednu perlicu od kobasice ali tak oda ona dodje do sredine i da se spolja ne vidi. Ostaviti da se ohladi i stegne.

Kada se potpuno steglo bez ikakvih problema ce izaci iz modlica. Pre sluzenja poredjati ih na pleh pokriven papirom za pecenje i zagrejati 5 minuta u rerni. Posluziti uz aperitiv. 


*za slucaj da imate ovu italijansku kobasicu (to je vise pasta od kobasice nego kobasica) onda je pomesajte sa malo rendanog sira i od te mase napravite perlice koje treba staviti jedno 15 minuta u zamrzivac.







Timballino di patate con funghi porcini alle erbe di Provenza
(per 1 persona)

200 g di patate
1 fungo porcino grande + 1 porcino piccolo per decorazione
1 spicchio d'aglio
1 noce di burro
poco latte (mezza tazzina)
1 cucchiaio di erbe di Provenza
olio extravergine d'oliva
prezzemolo
sale, pepe

Lavare le patate, sbucciarle, tagliarle a cubi e cuocerle a vapore.
Pulire il porcino con una spazzola cercando di evitare di lavarlo sotto l'acqua corrente. Se è necessario bagnare un poco un foglio di carta da cucina e lavarlo in questo modo. Tagliarlo a fette e cuocerlo in una padella con uno spicchio d'aglio piccolo, un pizzico di sale e un filino d'olio extravergine d'oliva scuotendo spesso la padella. Quando è cotto condirlo con poco pepe nero. Mettere da parte. Pulire il porcino piccolo e tagliarlo a metà per lungo. Cuocerlo in un'altra padella con un filo d'olio. Conservarlo.
Quando le patate sono cotte schiacciarle con uno schiacciapatate e mescolarvi una noce di burro e il latte. Mescolare bene, aggiungere il sale e le erbe di Provenza.
Mettere sul piatto il coppa pasta da 8 cm e disporvi la metà delle patate. Livellare bene con il cucchiaio e coprire con i funghi porcini. Coprire i funghi con l'altra metà delle patate e livellare di nuovo con il cucchiaio. Conmolta attenzione sfilare il coppapasta e decorare con le due metà del porcino piccolo e il prezzemolo tritato.
Servire caldo con un filo di olio extravergine d'oliva.



Tortica od krompira i zacinskog bilja iz Provanse sa vrganjima

(za 1 osobu)


200 gr krompira

1 veliki vrganj + 1 mali za ukras

1 mali cen belog luka

1 grumen putera (1 lepa kafena kasicica)

Malo mleka (1/2 soljice)

1 kasika zacinskog bilja iz Provanse

(timo, rosmarino, origano, menta, majoran)

Maslinovo ulje

Persun,

so, biber



Oprati krompir, oljustiti ga i iseci ga na kocke. Skuvati ga na pari.

Ocistiti vrganje od zemlje cetkicom i, koliko je god moguce, ne prati ih pod tekucom vodom. Ukoliko je bas neophodno ocistiti ih pazljivo vlaznom krpom. Iseci veliki vrganj na reznjeve i izdinstati ga sa cenom belog luka i jako malo soli na malo maslinovog ulja. Pobiberiti po ukusu. Na isti nacin ocistiti i mali vrganj, iseci ga na pola i izdinstati i njega u drugom tiganju.

Skuvani krompir izgnjeciti, dodati puter, mleko, so i zacine i dobro promesati. Na tanjir staviti poloziti prsten precnika 8 cm i u njega staviti polovinu krompira. Dobri izravniti kasikom, staviti pecurke i preko njih ostatak krompira. Lepo istapkati. Pazljivo ukloniti prsten, ukrasiti persunovim listom i malim vrganjem. Preliti malo maslinovog ulja i posluziti.
 







Crostata di cioccolato e pesche settembrine

per la pasta brisée:
250 g di farina
125 g di burro
2 tuorli
5 cucchiai di acqua fredda

200 g di cioccolato fondente (70 %)
100 ml di latte
3 uova
180 ml di sciroppo d'acero (anche sciroppo di zucchero all'acero)
40 g di mandorle tritate
2 pesche sode ma mature


Preparare la pasta brisée impastando con le punta delle dita la farina e il burro freddo tagliato a cubetti. Dopo aver ottenuto il composto "a briciole" aggiungere i tuorli e l'acqua fredda. Impastare velocemente per amalgamare tutto. Dare la forma di un disco alla pasta, avvolgerla nel foglio di pellicola tasparente e farlo riposare per una trentina di minuti nel frigorifero.
Intanto sciogliere a bagnomaria il cioccolato a pezzetti insieme al latte. Mescolare per ottenere una crema liscia. Montare le uova intere insieme allo sciroppo d'acero ed incorporarle alla crema di cioccolato. Aggiungere anche le mandorle tritate.
Lavare e sbucciare le pesche e tagliarle a spicchi abbastanza sottili.
Imburrare e infarinare una teglia per crostate (24 cm). Standere la pasta brisée con il matarello e foderare il fondo e le pareti della teglia. Versarvi la crema di cioccolato e livellare bene. Disporre gli spicchietti di pesca nella crema premendoli bene per non farli rimanere semplicemente in superficie.
Cuocere nel forno precedentemente riscaldato a 170° per 30 minuti circa (se si tratta di un forno ventillato ! Altrimenti bisogna prolungare la cottura di almeno 5 minuti). 
Attenzione ! La crema sarà abbastanza "tremolante"...quasi liquida direi, ma quando si sarà raffreddata diventerà perfetta.



Tarte sa cokoladom i breskvama

Za testo:
250 gr brasna
125 gr putera
2 zumanceta
5 kasika hladne vode

200 gr crne cokolade (70%)
100 ml mleka
3 jaja
180 ml javorovog sirupa (ili secernog sirupa sa ukusom javora)
40 gr mlevenih badema
2 velike zrele ali cvrste breskve

Za testo: umesiti brasno sa hladnim puterom iseckanim na kockice. Kada je testo postalo potpuno zrnasto dodati zumanca i vodu i brzo umesiti. Zaviti u prijanjajucu foliju i ostaviti 30 minuta da se odmori u frizideru.
U medjuvremenu rastopiti na pari cokoladu sa mlekom i lepo promesati. Ulupati mikserom jaja sa javorovim sirupom. Pomesati dve smese i dodati mleveni badem. Promesati jos jednom.
Oljustiti breskve i iseci ih na ¼, pa na 1/8, pa jos na pola.
Namazati puterom modlu za tarte  (24cm) i posuti je brasnom. Razvuci oklagijom testo i njime obloziti celu modlu. Iseci visak testa. Sipati krem od cokolade u modlu i raspo rediti po njoj breskve (u stvari te breskve bi trebalo da udju u krem a ne samo da ostanu na povrsini).
Peci 30 minuta u rerni koja je prethodno zagrejana na 170° (ukoliko je sa ventilatorom, ukoliko se radi o staticnoj rerni ostaviti u rerni najmanje 5 minuta vise).
Paznja, paznja ! Kada tart izvadite iz rerne krem ce dosta da se “drma”...delovace dosta zivo ali kada se bude ohladio bice savrsen.




Stroncatura con polpette di tonno al limone ovvero...MedDIetCamp di Cagliari...Testo sa cufticama od tunjevine sa limunom i cherry paradajzom

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Spesso mi chiedo che cosa sarebbe successo se un tale giorno invece di fare una cosa avessi fatto un’altra. E se invece di scendere dall’autobus alla solita fermata fossi scesa a quella successiva ? Che cosa sarebbe cambiato? Sarebbe stato meglio o peggio ?

 Se, dopo aver aperto il blog,  invece di lasciare il primo commento su un blog l’avessi fatto sull’ altro avrei fatto sicuramente un percorso diverso, seguendo i blog diversi...

Se non avessi
iniziato il post della quiche di melone e prosciutto  citando Tony Pagoda in “Hanno tutti ragione” di Sorrentino Patty non avrebbe lasciato il suo commento (e io mica sapevo che lei era una fan di Pagoda) e io non avrei seguito il suo blog... non avrei conosciuto le stesse persone e magari non sarei mai finita al MedDietCamp di Cagliari in un meraviglioso week and di fine settembre insieme ad altre 40 food blogger ! 


Cesto se pitam sta bi se desilo da sam jednog izvesnog dana umesto sto sam uradila jednu stvar uradila  drugu ? A da sam umesto sto sam sisla sa autobusa na stanici  gde obicno silazim sisla na sledecoj? Da li bi se nesto u mom zivotu promenilo? Da li bi bilo gore ili bolje?

Kada sam pre godine i po dana otvorila blog, da sam prvi komentar ostavila na drugom blogu a ne na onom gde sam ga ostavila u stvari, pocela bih da pratim druge blogove i upoznala bih potpuno druge ljude, moj put kroz Web bi krenuo drugim tokom...

Da nisam zapocela post “Quiche sa dinjom i prsutom” citirajuci knjigu “Svi imaju pravo”  Paola Sorrentina (“Tutti hanno ragione” Paolo Sorrentino) gde Tony Pagoda  (glavni junak) uz puno ironije i duhovitosti karikira kulinarske banalitete 80-ih i 90-ih godina Patty ne bi ostavila komentar bas na mom blogu (ja nisam ni znala ko je Patty ni da je ona veliki “Pagodin “obozavatelj”) a ja ne bih pocela da pratim njen blog...ne bih upoznala osobe koje sam upoznala i mozda se ne bih zatekla na Sardiniji (MedDIetCamp di Cagliari) jednog divnog septembarskog vikenda u drustvu 40 italijanskih food blogerki !


Non avrei avuto l’opportunità  di sentire (e di capire finalmente) dal fotografo  Alessandro Guerani le 4 regole per scattare una fotografia e magari avrei continuato a scattare fino alla fine dei miei giorni in modalità automatica. Non avrei avuto il piacere di conoscere una donna eccezionale, l’antropologa Alessandra Guigoni e neanche  Carlo Cambi, il giornalista e grande esperto di comunicazione. 


Ne bih imala mogucnost da upoznam  jednog od najboljih italijanskih food fotografa (Alessandro Guerani) i da cujem direktno od njega (i konacno da ih razumem) 4 pravila fotografisanja...najverovatnije bih  nastavila celog zivota da slikam automatski ! Promakla bi mi i Alessandra Guigoni, antropolog ishrane, divna osoba i pravi izvor znanja ! Da ne govorim o tome da ne bih ucestvovala u zucnoj diskusiji (zamislite 40 zena koje razgovaraju sa jednim muskarcem ) koju je organizovao gastro-novinar Carlo Cambi gde se govorilo o zavodjenju hranom ali i o novoj ulozi food blogera u sredstvima informisanja !








Ma soprattutto non avrei  visto all’opera Luigi Pomata, lo chef sardo che cucina soprattutto con il cuore, Jaoudet Turkichef tunisino e  docente di cucina nonché il mago dei coltelli, di quelli che tagliano la cipolla in 169 rondelle e ci mettono 7 secondi, Georges Kik, lo chef libanese di Beirut che non solo ha preparato un meraviglioso hummus ma ha risposto a mille domande “fuori onda” sempre con pazienza e con un dolcissimo sorriso sulle labbra (posso dire che era il mio preferito senza farlo diventare un gossip?) e neanché Moustafa M Elrefay, chef egiziano e grande comunicatore, lui si...


Ali iznad svega ne bih videla “na delu” domaceg kuvara sa Sardinije (Luigi Pomata) za koga je kuvati srcem tajna svega, gosta iz Tunisa (Jaoudet Turki) i docenta u skoli za hotelijerstvo u Tunisu koji je u stanju da isece luk na 169 reznjeva za 7 sekundi, kolegu iz Libana (Georges Kik), vlasnika restorana “Ratatouille” koji je osim toga sto nam je napravio najbolji humus koji sam ikada jela odgovorio na nebrojana pitanja “ van programa” sa neogranicenim strpljenjem i najlepsim osmehom na svetu (stavila bih ga na prvo mesto u nadi da se nece pretvoriti u gossip) i naravno egipcanina ( Moustafa M Elrefay), sjajnog kuvara preko koga sam otkrila da i u Egiptu postoji zaprska !




Sono una grande romanticona e credo che si può cambiare il mondo.  Credo nel lavoro serio, nel impegno e nella professionalità in tutti i lavori  ma non amo l’ignoranza, detesto la superficialità e sopratuttissimissimamente odio la prepotenza e la supponenza...

Ritengo che l’umiltà sia la chiave di tutto.

Mia nonna, mie zie (più volte menzionate) e mia madre dicevano sempre che più si è in alto più bisogna stare attenti agli altri e cercare di non offenderli in nessun modo, di non farli sentire inferiori...proprio perché si è in alto. Mi hanno ripetuto mille volte che non bisogna mai e poi mai ostentare la propria posizione perché se la qualità c’è, allora è visibile a tutti...

Vedere all’opera 4 grandi cuochi che provano e trasmettono gioia lavorando da soli ma anche uno accanto all’altro tagliando  la cipolla e tritando il prezzemolo mi ha commosso davvero...mi ha fatto pensare quanto sia importante stare insieme, lavorare insieme, avere un progetto da condividere e crederci fermamente...sapere che da soli non si arriva da nessuna parte e aiutare sempre, guardare oltre....essendo consapevoli  di quello che siamo ma mettendoci anche in discussione cercando continuamente strade nuove.

La vita è davvero curiosa ma questo la rende meravigliosa e unica!


Sto se mene tice veliki sam romanticar. Verujem da je moguce promeniti svet, ako bas ne promeniti, ono poboljsati. Verujem u posteni rad, u profesionalnost u svakom poslu ali ne volim neznanje, ne podnosim povrsnost a iznad svega mrzim prepotentnost i nadobudnost.

Misilm da je kljuc svega spustiti malo glavu...

Moja baka, moje tetke (vise puta spominjane u blogu) i moja mama su mi stalno govorile da ljudi, sto su visi po polozaju, obrazovanja, znanju i imanju  vise moraju da paze da ne uvrede druge, da ih nicim ne navedu da se osecaju inferiornim u odnosu na  njih...bas zato sto su visi ! Milion puta su mi ponovile da se nikada ne treba hvaliti ili razbacivati onim sto znamo ili imamo jer ukoliko kvalitet postoji on sam kad-tad izadje na povrsinu...

Videti 4 velika kuvara koji su srecni sto kuvaju pred nama i za nas i tu radost iskazuju i prenose pomazuci jedni druge seckajuci luk ili persun...jednostavno mi je dotaklo dusu. Nije to bila neka preterana novost ali mi je bilo pred ocima: biti zajedno, raditi zajedno  jer sami nista ne mozemo i nema tome smisla, raditi na zajednickom cilju i verovati cvrsto u njega...pomagati drugima i gledati dalje od sopstvenog nosa...svesni sopstvenih kvaliteta, spremni da vidimo i mane i u stalnoj potrazi za novim...

Zivot je nekada jako cudan ali ga bas to cini jedinstvenim i divnim !







Stroncatura* con polpette di tonno al limone

(per 4 persone)


350 g di stroncatura

200 g di tonno fresco

1 fetta di pane casereccio raffermo (a Roma uso il pane di Lariano)

La buccia di 1 limone biologico

Sale

1 spicchio d’aglio

1 cucchiaio di capperi tritati (Io uso quelli sotto sale oppure sott’olio)

1 peperoncino fresco (io uso quello piccolo tremendo)

½ chilo di pomodorini datterini

Olio extravergine d’oliva

Origano



*Stroncatura è una tipo di pasta che viene prodotta nella provincia di Reggio Calabria, più precisamente nella piana di Gioia Tauro. E’ molto difficile, quasi impossibile trovarla fuori dalla piana di Gioia. Fino agli anni 50 veniva fatta con i resti della molitura di vari tipi di granaglie e per questo motivo era chiamata la pasta dei poveri. Se è prodotta industrialmente viene fatta con la semola di gano duro e la crusca. E’ una sorta di tagliatelle lunghe più o meno 30 cm, di colore scuro e molto ruvida.

Mettere il pane nell’acqua per renderlo morbido. Strizzarlo con le mani e tritarlo insieme al tonno,  buccia di limone grattugiata e un pizzico di sale per ottenere un impasto omogeneo. Fare le polpettine al massimo grandi quanto un’olivetta (taggiasca, non gigante siciliana !) e friggerle velocemente in un filo di olio extravergine d’oliva. In un altro tegame saltare velocemente con un paio di cucchiai di olio extravergine d’oliva i datterini tagliati a metà con lo spicchio d’aglio e il trito di capperi (se sono sotto sale sciacquarli prima). Salare leggermente e spegnere. Aggiungere l’origano.

Cuocere la pasta, scolarla e ripassarla in padella aggiungendo il peperoncino fresco, le polpette di tonno e la buccia di limone tagliata a dadini minuscoli. Servire con un filo di olio extravergine d’oliva crudo.

Stroncatura sa cufticama od tunjevine sa limunom i cerry paradajzom
(za 4 osobe)

 350 gr nekog dugackog testa (ili uopste testa) *
200 gr sveze tunjevine
1 lepo parce starog hleba (ne neki hleb od "buhtle" nego prost hleb)
strugana korica od 1 neprskanog limuna ** + jos malo
so
origano
1 cen belog luka
1 kasika seckanih kapara (ili usoljeni ili u ulju, nikada ne koristim one u sircetu)
1 mala ljuta sveza papricica
1/2 kg cherry paradajza ***
maslinovo ulje


* u ovom receptu sam koristila testo koga naravno kod nas nema ali nije vazno...zove se stroncatura i proizvodi se samo u jednom jako uskom delu Kalabrije (oko grada koji se zove Gioia Tauro i nalazi se blizu vrha cizme na tirenskoj strani Kalabrije). Do 50-ih godina se zvala "testo siromasnih" - "la pasta dei poveri" jer se pravila bukvalno od onoga sto ostane posle mlevenja zitarica bilo kog tipa...naravno testo se mesi samo sa vodom i mallo maslinovog ulja i uopste ga nije lako umesiti. Kada se pravi "industrijski" pravi se od ostrog brasna sa dodatkom mlevenih mekinja. Radi se o testu koje je dosta tamno i jako rapavo. Skoro nepoznato van granica Kalabrije pocinje da kosta kao zlato tako da je sve manje i manje hrana za siromasne, ali to je vec druga prica...to be continued...

** prvi put kada sam pravila ovaj sos koristila sam umesto sveze limunove korice "citron confit" koji sam sama pravila (nista preterano tesko a miris bozanstven..otom - potom) ali posto ga sada nisam imala i svez limun je sasvim ok.

*** u ovom receptu sam koristila paradajz koji nije cherry nego se zove "datterino" (datuljice) koji je isto tako mali ali je duguljast, bas kao datulja. Puno je sladji od cherry paradajza i potrebno mu je zaista samo par minuta da omeksa. Znam da ga kod nas nema, ali cherry je sasvim ok premda ja smatram da je najbolje koristiti onaj letnji zreli paradajz kome naravno treba oljustiti kozu...


Elem, namociti hleb u vodi i kada je omekao iscediti ga rukama. Samleti svezu tunjevinu i umesiti je sa hlebom, malo soli i koricom od limuna. Napraviti od njih minijaturne cuftice i proprziti ih na malo maslinovog ulja. 
Oprati paradajz i iseci ga na pola. Iseckati kapare. Oljustiti beli luk. U sirokom tiganju na par kasika maslinovog ulja prodinstati paradajz  (ne treba on da se raspadne, treba samo da omeksa tek toliko da moze da se zgnjeci viljuskom) sa belim lukom, dodati kapare (ukoliko su usoljeni prethodno ih teba isprati) i vec pripremljene cuftice. Promesati jako brzo, dodati origano, malo soli ako treba, ljutu papricicu sitno iseckanu i limunovu koricu iseckanu na sitne kockice.
Skuvati testo, zaciniti ga sa sosom u velikoj ciniji i eventualno zaciniti sa jos malo maslinovog ulja.




Il MedDiet Camp è il primo dei cinque grandi eventi pianificati da MedDiet, progetto strategico finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del Programma ENPI CBC Bacino del Mediterraneo 2007-2013. Con un budget complessivo pari a circa 5 milioni di euro e una durata di 30 mesi, il progetto mira a promuovere e valorizzare la Dieta Mediterranea, riconosciuta Patrimonio immateriale dell’Umanità Unesco nel 2010.  Oltre all’Italia, che partecipa con Unioncamere in qualità di capofila, il Centro Servizi per le imprese della Camera di Commercio di Cagliari, il Forum delle Camere di Commercio dell’Adriatico e dello Ionio e l’Associazione nazionale Città dell’Olio quali partners, il progetto coinvolge altri 5 Paesi del Mediterraneo (Egitto, Grecia, Libano, Spagna e Tunisia).

Biscotti integrali con pistacchi e fiori di tiglio...Integralni keksi sa pistacem i cvetom od lipe...

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Sarà la questione di età ma sempre più spesso mi manca Belgrado.  Intendiamoci, mi manca Belgrado che ho lasciato più 23 anni fa..quella stessa città dove sono cresciuti i miei genitori...era un’altra cosa. E’ molto particolare il rapporto che i nati a Belgrado (me compresa) hanno con la loro città – non è un amore cieco ma un amore consapevole e quindi critico.
Nascere a Belgrado è uno stato d’animo. Non è l’amore a prima vista, non si tratta quindi della passione che arde e che consuma. E’ uno stato di innamoramento perenne che ci permette di vedere quello che gli altri magari non vedono e di vedere tutto con gli occhi diversi. Passo dopo passo accarezziamo con gli occhi le facciate dei palazzi ormai scrostati, camminando nei parchi ci lasciamo abbracciare dalle chiome degli ippocastani mentre da lontano arriva l’aria inebriante dei tigli di Belgrado. Chiedete ai Belgradesi che vivono sparsi per il mondo del profumo dei tigli e diranno tutti che i tigli fuori Belgrado non profumano affatto. Il sentimento che meglio di tutti spiega l’amore dei nati a Belgrado verso la loro città è la nostalgia...quel miscuglio di amore che c’è e che è stato, quel sentimento leggermente impregnato di tristezza. Va gestita la nostalgia perché se non è gestita bene tende a prevalere e a distruggere tutto...
Quando andavo al liceo (il patto di Versailles era già siglato) tutte le mattine alla radio alle 7.15 c’era una trasmissione condotta da Dusko Radovic, un giornalista e scrittore che si chiamava “Buon giorno Belgrado”. Iniziava con i suoi aforismi sulla vita, sulla società, su Belgrado soprattutto (anche se lui era belgradese solo di adozione)...erano vere perle di saggezza tra ironia e cinismo ! Che bei tempi....


Donne, regalate le sorelle ai vostri figli...le sorelle quando crescono diventano zie e le zie sono i doni più belli e più preziosi di qualsiasi infanzia.

E’ terribile avere qualcosa di importante da raccontare e non sapere a chi raccontarlo. Ma è peggio ancora avere a chi raccontare ma non sapere che cosa.

Colui che è capace di amare non dovrebbe fare altro.

E’ possibile realizzare qualsiasi cosa, basta non pensarci.

Con molta probabilità adesso si sta benissimo là dove si stava molto male proprio menre c’eravamo noi.

Il fatto che nessuno vi ascolta è un buon motivo per stare zitti e non per parlare sempre di più e ad alta voce.

Ieri qualcuno ha trovato quello che non stava cercando. Quello che lui cercava aveva sicuramente trovato qualcun altro.

Non correte dietro alle donne per non sbattere contro quelli che scappano da loro.

Alzi la mano chi ha qualche problema e resti così finché il braccio non si addormenti. Una volta abbassato il braccio vi sentirete molto meglio.

Non serve a nulla avere molto problemi se non sappiamo come risolverli.

E’ povero chi ha dei soldi ed è ricco invece chi i soldi li spende.

Chi si è svegliato stamattina a Belgrado per oggi potrebbe considerarsi fortunato abbastanza.

La nostra città si è trasformata in una grande sala d’attesa...tutti aspettiamo i tempi migliori.

Soltanto i figli che non danno retta ai propri genitori possono diventare migliori rispetto a loro.




Bice da se radi o godinama ali sve vise i vise mi nedostaje Beograd. Da se dobro razumemo, nedostaje mi Beograd koji sam ostavila pre 23 godine...isti grad u kome su odrasli moji roditelji...to je nesto sasvim drugo. Vrlo je specifican odnos koji rodjeni Beogradjani (i ja medj’ njima) imaju prema njihovom gradu – nije to slepa ljubav nego ljubav koja je svesna i kriticna. Roditi se u Beogradu je jedno specijalno stanje u dusi. Nije to ljubav na prvi pogled, nije to strast koja gori i trosi. To je stanje stalne zaljubljenosti koje cini da vidimo ono sto drugi ne vide i da vidimo sve drugim ocima. Svakim korakom mazimo ocima jos odavno oguljene fasade, setajuce se parkovima osecamo kako nas grle krosnje divljih kestenova dok iz daljine do nas dopire omamljujuci miris beogadskih lipa. Pitajte Beogadjane koji zive sirom sveta o mirisu lipe i svi ce vam reci da lipe van Beograda uopste ne mirisu. Osecanje koje najbolje ocrtava ljubav Beogradjana prema njihovom gradu je nostalgija...ta mesavina ljubavi koja postoji sada i koja je bila nekada, taj osecaj lagane tuge. Nostalgija mora da se kontrolise jer ukoliko se ne kontrolise ona prevagne i u stanju je sve da unisti...

Dok sam isla u gimnaziju (znaci nesto posle potpisivanja Versajskog Mira) svakog jutra je na Studiju B u 7.15 bila emisija Duska Radovica “Dobro jutro Beograde”. Pocinjala je ukoliko se ne varam njegovim aforizmima o zivotu, o drustvu, cesto o Beogradu (iako on bio Nislija ali je govorio da je on usvojeni Beogradjanin)...pravi biseri mudrosti negde izmedju ironije i cinizma ! Kakva su to vremena bila...




Mame, rađajte deci sestre, jer sestre postaju tetke, a tetke su najlepši, nezamenjivi dar svakom detinjstvu.



Strasno je to kad imate da ispricate nesto vazno a nemate kome. A jos je strasnije kad imate kome, a nemate sta.

Ko ume da voli, ne bi trebalo nista drugo da radi.

Sve se moze kad se mnogo ne misli o tome.

Nekada smo imali ideale a danas samo njih nemamo.

Sada je verovatno lepo tamo gde je bilo ruzno dok smo mi bili.

To sto vas niko ne slusa je razlog da cutite, a ne da govorite jos vise i glasnije.

Juce je neko nasao ono sto nije trazio. Ono sto je on trazio nasao je neko drugi.

Ne trcite za zenama da se ne sudarite sa onima koji od njih beze.

Ko ima problema neka digne ruku. I neka je drzi tako dok mu ne utrne. Kad spusti ruku bice mu mnogo lakse.

Sta nam vredi sto imamo mnogo problema kad ne znamo kako da ih resimo.

Siromasan je onaj koji ima para a bogat je onaj koji ih trosi.

Ko se probudio u Beogradu za danas je dovoljno postigao u zivotu.

Nas grad se pretvorio u veliku cekaonicu. Svi cekamo lepse dane.

Samo deca koja ne slusaju mogu postati bolja od svojih roditelja.



per 50 biscotti:


250 g di farina integrale
80 g di pistacchi
100 g di burro
125 g di zucchero
4 tuorli
poca acqua fredda
1 cucchiaino di fiori di tiglio
l'albume per spennellare + zucchero


Tritare i pistacchi e mescolarli alla farina. Portare il burro a temperatura ambiente e tagliarlo a cubetti. Su una spianatoia sbricciolare con le dita il burro insieme alle due farine, lo zucchero e la buccia gratuggiata d'arancia. Aggiungere i tuorli uno alla volta e impastare velocemente aggiungendo, se è necessario, qualche cucchiaio d'acqua fredda. Formare un disco di pasta, avvolgerlo nella pellicola trasparente e lasciar riposare nel frigorifero per almeno 30 minuti.
Stendere la pasta in una sfoglia alta un pò meno di 1/2 cm (o più alta se vi piace) e tagliare i biscotti con le formine che preferite. Adagiare i biscotti sulla placca da forno coperta di un foglio di carta da forno, spennellarli con poco albume d'uovo e cospargerli con lo zucchero.
Cuocere nel forno riscaldato a 180° per 8 minuti.




Za 50 biskvita :

250 gr integralnog brasna
80 gr neslanih pistaca
100 gr putera
125 gr secera
4 zumanca
nekoliko kasika hladne vode
1 kasicica lipovog cveta
belance za premazivanje + secer

Samleti pistac i pomesati ga sa brasnom. Na dasci za mesanje izmrviti prstima dve vrste brasna sa secerom i  puterom na sobnoj temperaturi iseckanim na kockice. Dodati izrendanu koricu od pomorandze i brzo umesiti testo dodavajuci jedno po jedno zumance i malo hladne vode ukoliko je potrebno. Napraviti disk od testa, zaviti ga u prijanjajucu foliju i ostaviti barem 30 minuta u frizideru. Razvuci oklagijom testo nesto malo tanje od 1/2 cm i vaditi kekse modlicom po zelji. Poredjati ih u pleh preko papira za pecenje, premazati belancetom i posuti kristal secerom.
Peci u rerni  koja je prethodno zagrejana na 180° ne vise od 8 minuta.
U metalnoj kutiji traju desetak dana.

Ravioli alla liquirizia ripieni di fagioli con velouté al limone e vongole veraci...Ravioli sa sladicem punjeni pasuljem u sosu od limuna i vongola...

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La pasta è una cosa seria...
La pasta fatta a mano è anche un lavoro impegnativo ma utile perché può sostituire addirittura una lezione in palestra oppure impegnativo ma dannoso vista la quasi certezza di rovinare lo smalto rosso appena messo sulle unghie.
Se la pasta è una cosa seria allora la pasta ripiena è un affare di stato. Se trasformare la sfoglia fatta a mano in tagliolini tutti uguali è una questione di chilometri di pasta tagliata ovvero di allenamento, per preparare i ravioli bisogna andare sui livelli superiori. Si potrebbe anche dire che per fare la pasta lunga oggi potrebbe bastare il solo fatto di essere donne normali che non ritengono che sia senza senso passare più di 30 minuti in cucina, aver acquisito precedentemente un po’ di manualità pasticciando in mezzo ai fornelli e, "last but not least", volerlo fare...
Invece, per fare la pasta ripiena  bisogna veramente andare oltre...e se poi la natura ci assiste e invece di farci nascere donne ci fa nascere polipi allora si che abbiamo un numero in più per giocare !
Bisogna stendere la pasta e distribuire i mucchietti di farcia subito senza aspettare che si asciughi perché altrimenti non si chiude bene e poi si apre durante la cottura..."Va bene", dice la donna entusiasta e amante della cucina, "che ci vuole? bisogna coprire subito con l'altra striscia di pasta, possibilmente lunga, così si risparmia il tempo, semplice no?" E vai....si coprono i mucchietti e si taglia con il tagliapasta !
E no....insieme alla farcia dentro finisce tutta l'aria della cucina della donna moderna entusiasta e amante della cucina !
Allora la sopranominata donna capisce che bisogna stare attenti quando si coprono i mucchietti perché bisogna con una mano tenere la pasta, con il dito dell'altra mano premere intorno alla farcia sempre stando attenti a non incollare la pasta che attende di sdraiarsi attorno al raviolo successivo...e lì la donna capisce che avendo almeno 3 o meglio ancora 4 mani la facenda sarebbe molto ma molto più semplice ! Vale anche nel quotidiano al di là della cucina, questo lo sappiamo...
E capisce anche che le strisce di pasta non devono essere molto lunghe perché soltanto così si riesce ad uscirne vincitrici...peccato che ormai restano soltanto 4 ravioli da chiudere, maledetto metodo scientifico !!
Pensando che le donne una volta facevano la pasta ripiena per 10 - 20 persone mi lascio portare via da un senso di immensa e infinita grattitudine verso la memoria che ci hanno lasciato. E' vero che i tempi erano altri e che i paragoni non si possono fare ma il patrimonio che ci hanno lasciato è prezioso e spendere una mattinata per ripetere i loro gesti e magari insegnarli alle nostre figlie ed anche ai figli ne vale veramente la pena. 

Siamo più ricchi per le cose che impariamo e per quelle che insegnamo agli altri e non certo per quelle che compriamo.
Un grande abbraccio a tutte loro...



Sa testom se ne sali, to je jako ozbiljna stvar...

Pravljenje testa rukom je dosta naporan posao ali i koristan jer moze da zameni jednu celu lekciju u teretani a istovremeno je i stetan jer je matematicki skoro sigurno da ce vam upropastiti upravo namazani lak na noktima.

Ako je pravljenje testa ozbiljan posao onda je pravljenje punjenog testa po ozbiljnosti ravno misiji drzavne bezbednosti. Iseci umeseno testo na tanke rezance sve jednake sirine je stvar koliko ste kilometara testa prethodno isekli, tj. stvar je treninga i uvezbanosti a pretvoriti testo u punjeno testo je  prelaz na vise nivoe. Moze se reci da  jedna zdrava i normalna savremena zena koja ne smatra da je neobicno provesti u kuhinji vise od 30 minuta, koja ima izvesnog  iskustva u kuhinjskom baratanju i koja ima zelju to da uradi apsolutno moze u taj posao da se upusti...

Sto se tice punjenog testa sve se pomera za par stepena vise ali ukoliko nas je priroda nagradila cinjenicom da smo se rodili ne kao zene nego kao hobotnice onda zaista imamo par atributa vise i par olaksavajucih okolnosti !

Dakle, testo treba da se razvuce i odmah po njemu treba rasporediti loptice fila jer kada testo pocne da se susi tesko ce se zalepiti i veliki je rizik da ce se ravioli otvoriti prilikom kuvanja....”ok, nema problema”, kaze sebi savremena zena puna entuzijazma koja uziva u kuvanju, “sta je tu strasno ? treba samo da se razvuce  traka, sto duza to bolja da se ustedi na vremenu !”...i onda se samo pokrije drugom trakom testa i cak – cak... modlicom se seku ravioli...

He, he, he....zajedno sa filom u raviole udje sav moguci vazduh kuhinje savremene zene pune entuzijazma koja uziva u kuvanju !

U tom trenutku gore pomenuta zena shvata da je stvar u taktici: mora da pazi jer s dva lista testa  zalepe jedan na drugi kao sto bi se reklo “jos koliko odmah”. Znaci, jednom rukom se drzi gornji list testa a drugom se isti  postepeno spusta na jednu po jednu lopticu fila i prstima se pritiska okolo da se prilikom kuvanja ne bi nadulo od vazduha koji udje. Sasvim je logicno ili kao sto bi Francuzi rekli “cela va sans dire”da istovremeno treba biti jos pazljiviji da ona ruka koja drzi ceo gornji list testa bude visoko iznad da se testo ne bi protiv zelje savremene zene pune entuzijazma koja uziva u kuvanju zalepilo tamo gde ne treba a ne tamo gde treba...i u tom prosto istorijskom trenutku savremena zena puna entuzijazma koja uziva u kuvanju shvati da bi joj ne samo uopsteno u zivotu nego i u kuhunji bilo mnogo lakse kada bi umesto dve ruke imala bar 3 ili jos bolje 4 !

U tom trenutku je vec i shvatila da listovi testa ne treba da budu dugacki  jer samo na taj nacin se iz ove bitke izlazi kao pobednik...steta sto se do ovog vaznog saznanja dodje onda kada je ostalo materijala za ne vise od dva - tri komada...cuveni empirijski prilaz !!

Kada samo pomislim da su svojevremeno zene spremale raviole za 10 – 20 osoba (a ne za troje kao ja) ne mogu a da ne osetim neizmernu zahvalnost prema secanju koje su nam u amanet ostavile. Tacno je da su vremena bila drugacije i da je velika greska porediti stvari kada su potpuno promenjeni uslovi koji su do njih doveli ali nije ni tacno da je sve bas nemoguce..nase bake su nam ostavile ogromno bogatstvo i sigurna sam da utrositi jedno pre podne ponavljajuci njihove gestove i preneti ih na nase cerke nije  gubljenje vremena nego  mogucnost da se to ogromno kulinarsko bogatstvo ocuva.

Veliki poljubac svim nasim bakama.

Bogatiji smo za sve ono sto u zivotu naucimo a ne samo za ono sto kupimo...





300 g di farina di grano tenero
3 uova
1 cucchiaio di polvere di liquirizia
1 cucchiaio di olio extravergine d'oliva
pizzico di sale

300 g di fagioli cannellini già cotti
1 bella fetta di pane ammorbidito nel vino bianco
sale
pepe bianco

1 carota
1 gambo di sedano
1 spicchio d'aglio
1 cipolla 
1 pomodoro

20 g di burro
20 g di farina
250 ml di brodo vegetale
1 cucchiaio abbondante di prezzemolo tritato
il succo di 1/ 2 limone

1/2 chilo di vongole veraci
1/3 di bicchiere di vino bianco secco
olio extrevergine d'oliva
la buccia grattugiata del limone

Per la sfoglia mettere la farina sulla spianatoia (oppure in un'insalatiera molto capiente se non vi sentite sicuri) e farvi il "pozzetto" dove metterete le uova precedentemente sbattute leggermente con la forchetta, un pizzico di sale, l'olio e la liquirizia. Inizaire a sbattere con la forchetta dal centro prendendo man mano la farina dalle pareti del pozzetto. Quando avete incorporato tutta la farina potete iniziare ad inmpastare sulla spianatoia leggermente infarinata. Bisogna impastare con forza finche la pasta non diventi "setosa" e non più appiccicosa. Comunque, per ottenere un buon risultato bisogna impastare per 20 - 25 minuti almeno. A questo puinto bisogna lasciar riposare la pasta per almeno un paio di ore (avvolta in un foglio di pellicola trasparente) ma secondo me, se la lasciate una giornata intera è ancora meglio.
Ovviamente, se avete un robot da cucina potete delegare a lui il piacere di impastare all'inizio e di evitare il "passaggio" della forchetta ma io continuerei ad impastare a mano (5 minuti almeno).

In un piatto bagnare con il vino bianco il pane e quando si è ammorbidito strizzarlo con le mani. Frullarlo insieme ai fagioli e aggiustare di sale e poco pepe bianco. Lascire nel frigorifero.

Spellare la carota e tagliarla ai pezzi non particolarmente piccoli. Pulire il gambo di sedano e tagliarlo a pezzi. Sbucciare la cipolla e tagliarla a metà e sbucciare lo spicchio d'aglio. Lavare il pomodoro e tagliarlo a metà. Mettere le verdure in una pentola non molto grande, versarvi un pò meno di 1 litro di acqua e portare a bollore. Far cuocere a fuoco medio per 30 - 40 minuti per ottenere il brodo vegetale.

In una casseruolina sciogliere 20 g di burro e aggiungere 20 g di farina. Tostare poco e aggiungere gradualmente e mescolando sempre 250 ml di brodo vegetale caldo. Salare leggermente, aggiunbgere il succo di limone e cuocere a fuoco medio finche la salsa non diventi spessa (non diventerà mai spessa viste le proporzioni del roux e del brodo ma comunque non deve essere liquida). Aggiungere il prezzemolo tritato e tenere al caldo.

In un largo tegame mettere un paio di cucchiai di olio extravergine d'oliva e le vongole precedentemente sciacquate bene. Versare il vino e coprire con il copercchio. Scuotere il tegame di tanto in tanto finche tutte le vongole non si siano aperte. Eliminare quelle che rimangono chiuse. Filtrare il liquido e aggiungerlo alla salsa. Sgusciare la gran parte delle vongole e aggiungerle alla salsa e tenere il resto delle vongole al caldo per decorare i piatti.

Per fare i ravioli ognuno ha il proprio metodo e io ho fatto così:
Dividere la pasta in 6 porzioni. Stendere ogni porzione (uno alla volta per non seccare la pasta che deve rimanere umida per poter chiudere i ravioli senza problemi) di pasta con la Nonnna Papera fino al penultimo livello. Le strisce dovrebbero essere larghe 6-7 cm. Mettere la striscia di pasta sulla spianatoia cosparsa di semola rimacinata di grano duro (non fa attacare la pasta ma i ravioli la assorbono molto meno) e disporvi il ripieno a palline grandi quanto un'oliva (dipende ovviamente dallo stampino che utilizerete, io ho usato uno tondo da 5 cm) distanziandole di 3-4 cm. Fermatevi a metà della striscia perché così facendo avrete l'altra metà già stesa per coprire i ravioli. Il bello arriva proprio adesso perché bisogna cercare di posizionare la pasta bene premendo intorno alla farcia per far uscire l'aria e premendo sui bordi per chiudere i ravioli. Nello stesso tempo bisogna stare attenti a non sbagliare perché la pasta è fresca e si attacca subito. Comunque, secondo me è importante non fare le striscie di pasta troppo lunghe perché di mani abbiamo solo due ! Quando l'avete fatto,  tagliare con lo stampino e continuare con gli altri ravioli. 
Ovviamente ci saranno molti scarti di pasta. Io li ho raccolti in una panetto che ho conservato per fare i tagliolini per 2 persone. Con questa quantità di pasta avevo ottenuto 35 ravioli ed è rimasta la pasta per 2 persone.

Mettere l'acqua a bollire in una pentola larga e capiente, quando l'acqua bolle aggiungere un paio di cucchiaini di sale grosso e cuocere i ravioli per 12 minuti (ci volevano tutti). Scolarli con la schiumarola e condirli con la salsa. Decorare con le vongole rimaste con i gusci e con la buccia grattugiata del limone.



300 gr mekog brasna
3 jaja
1 kasika maslinovog ulja
1 kasika sladica u prahu *
so

300 gr vec skuvanog pasulja
1 dobro parce starog hleba namocenog u belom vinu
so, beli biber

1 sargarepa
1 parce celera
1 cen belog luka
1 crni luk
1 paradajz

20 gr putera
20 gr brasna
250 ml supe od povrca
1 kasika sitno seckanog persuna
sok od 1/2 limuna

1/2 kg svezih vongola
1/3 case suvog belog vina
maslinovo ulje
rendana korica od limuna

* Sladic je ono od cega su crne "Odzacar" bombone...nije sada to neophodno, ja sam samo htela da probam da dobijem tamno braon testo a da ne koristim kakao. Zadovoljna sam rezultatomi to jako jedino sto sam skoro sigurna da se na nasim podnebljima "sladic" bas i ne nalazi tak ojednostavno...ni u Italiji se bas u prahu ne nalazi u svakoj samoposluzi ali posto je Calabria jedan od najvecih proizvodjaca moze to i da se naruci...ponavljam, nije uopste neophodno.

Elem, od brasna, jaja, ulja i malo soli umesiti testo kao sto je objasnjeno ovde.

Ocistiti sargarepu, celer, beli luk, luk i oprati paradajz. Iseci sve na krupno a paradajz raseci na pola. Naliti sa nesto mjanje od 1 litra vode i kuvati 30 - 40 minuta. Procediti.

Namociti hleb vinom i kada je omekao dobro ga ocediti rukama. Izmiksovati taj hleb sa kuvanim pasuljem, posoliti i pobiberiti belim biberom. Staviti u frizider.

U ne prevelikoj serpi rastopiti puter, posuti brasnom i promesati. Postepeno dodati 250 ml tople biljne supe i sok od limuna. Kuvati dok se ne zgusne malo (nece se mnogo zgusnuti radi proporcije piutera i tecnosti ali ipak ne treba da bude corba), posoliti ukolikoje potrebno i umesati seckani persun. Ostaviti na toplom.

U siroki tiganj staviti par kasika ulja, vongole i belo vino. Staviti poklopac i kuvati dok se vongole ne otvore. Eliminisati one koje se nisu otvorile i procediti tecnost. Sipati tecnost u sos. Ocistiti vecinu skoljki i staviti ih u sos a nekoliko ih ostaviti sa strane za ukras.

Svako ima sopstveni metod kada pravi raviole, ja sam radila ovako:
Podeliti testo na 6 delova. Svaki deo testa razvuci masinicom za testo (ili oklagijom) do pretposlednje debljine. Poloziti ga na dasku za mesenje koja je posuta griz brasnom. Od fila praviti loptice velicine maslinke (naravno zavisi od velicine modlice kojom ce se seci (moja je bila okrugla 5 cm precnika) i poredjati ih u razmaku od 3-4 cm do polòovine trake. Preseci testo i deo testa koji je bez fila staviti preko onog sa filom. Naravno, mora se voditi jako racuna jer je testo svezse i lepljivo i tamo gde s epolozi, ono i ostane. Treba prvo utapkati oko punjenja da ne bi ostalo vazduha koji se prilikom kuvanja naduje a onda i skroz okolo da  bi se dva sloja testa zalepila jedno na drugo. Tek onda iseci modlicom. Nastaviti istim postupkom sa ostatkom testa. Od ove mere meni je izaslo 35 raviola i ostalo je 260 gr testa koje moze da se iskoristi da se od njih naprave rezanci i zacine nekim finim sosom. Moze i da se premesi ponovo i da se nastavi sa raviolama ali testo postaje sve cvrsce i cvrsce jer ipak upija brasno i moze da se desi da se ne zatvara lepo. Zbog toga ja ono sto ostane iskoristim za rezance.
Staviti vodu da vri u jako velikoj i sirokoj serpi. Kada provri posoliti vodu i staviti raviole da se kuvaju. Potrebno im je sigurno 12 minuta. zaciniti toplim sosom, ukrasiti skoljkama koje su ostale u ljusturi i posuti izrendanom limunovomo koricom.


Pollo con melagrana...Piletina sa narom...

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Ho letto recentemente l'intervista rilasciata da un giornalista in occasione del lancio del suo nuovo libro...una riflessione sul mondo della gastronomia scritta in un modo ironico e serio a metà...insomma, carino e divertente. Mi piace anche il giornalista, è uno in gamba e simpatico e la mia non vuole essere
in nessun modo una polemica, solo uno spunto per "la mia riflessione". In quell'occasione ho capito che io, così come sono, come faccio e come rifletto sul cibo potrei tranquillamente entrare nella categoria dei GASTROSNOB ovvero quelli fissati con il titolo francese, preparazione in francese...quelli che vogliono sapere il nome della capretta che ha dato il latte per il formaggio...quelli che non comprano gli asparagi a novembre, che il dado per il brodo a casa loro non entra mai e odiano da morire i surgelati..quelli che sanno tutto sul Porto e ovviamente bevono solo il Vintage..insomma, quelli che al supermercato comprano soltanto lo scottex e la carta igienica e forse la bottiglia di alcool per fare il nocino seguendo la ricetta del nonno. Accetto con molta serenità e senza nessuna difficoltà di essere snob se questo vuol dire condire gli spaghetti con la salsa di pomodoro preparata appositamente per me dalla signora Giuseppina in Calabria con i pomodori piantati da lei nel suo orto dietro casa, maturati sotto il sole del Sud e raccolti con le sue mani, uno alla volta...lasciati altri 3 - 4 giorni e solo dopo trasformati in salsa. E non importa che per portarmeli a Roma faccio il fine settimana in Calabria mettendo nel costo di ogni bottiglia anche il viaggio Roma - Lamezia - Roma ! Quando si apre una bottiglia del sugo della Giuseppina si sente non solo il profumo del pomodoro ma anche la felicità, l'affetto, piacere...Se essere snob vuol dire rendersi conto che il formaggio fatto con il latte crudo è tutt'altra cosa rispetto al formaggio comprato al supermercato allora si, io preferisco essere snob ! Se essere snob vuol dire odiare a morte i cup cake perché mi sembra un nulla trasformato in dolcetto, insomma - come fare l'amore con la bambola gonfiabile (per rendere l'idea) allora lo sono. Se esserlo significa sapere che l'olio extravergine d'oliva a 3 euro a litro vuol dire non sapere che cosa c'è nella bottiglia e che io preferisco arrivare al frantoio che conosco allora dichiaro di essere una SNOB CONSAPEVOLE. 
Importante è scegliere riflettendo bene e secondo le proprie convinzioni ma anche secondo le proprie possibilità. E sopratutto senza pensare che gli altri valgono meno. Senza offenderli sopratutto. Lì sta la differenza. La differenza fra essere veramente snob e giocare a fare lo snob.
Se anche questo significa essere snob allora aggiungo una cosa: non solo sono gastro snob consapevole ma sono GASTROSNOB CONSAPEVOLE RESPONSABILE E FELICE.
Come sempre, il segreto sta nel essere più umili e prendersi meno sul serio (ma molto meno).




Pre izvesnog vremena mi je zapao za oko intervju koji je dao jedan novinar pri promociji knjige koje je tih dana izlazila u stampu. Knjiga se bavi gastronomijom i ljudima koji se gastronomijom bave ili se za istu interesuju... sve u svemu dosta interesantno, lepo napisano, sa puno ironije...i novinar mi se dopada – jako je simpatican i pametan.  Da bude jasno ovo nije nikakvo polemisanje nego samo povod za “moje razmisljanje”. Tom prilikom sam uvidela da manje-vise pripadam kategoriji GASTROSNOBOVA. To bi trebalo da budu oni kojima je francusko sve sto je vezano za kuhinju i kuvanje, od naziva jela do namirnica preko procedure...oni koji hoce da znaju i kako se zove koza od koje su muzli mleko da bi napravili sir...oni koji ne bi ni mrtvi kupili spargle u novembru, u ciju kuhinju kockica za supu ne ulazi a iz dna duse preziru zamrznuti gotovu hranu...oni koji znaju sve o Portu i naravno piju samo Vintage...da ne duzim mnogo, oni koji u samoposluzi kupuju samo scottex, toaletni papir i eventualno alkohol da bi napravili orahovacu po dedinom receptu. Bez ikakvih problema i puna vedrog duha privatam da sam snob ukoliko to znaci da vise volim da zacinim testo sosom od paradajza koji specijalno za mene pravi Signora Giuseppina u Kalabriji od paradajza koga je prvo posadila u povrtnjaku iza kuce pa je onda cekala da sazri na suncu koje samo na Jugu tako greje, pa ga je ubrala sopstvenim rukama i onda sacekala jos jedno 3-4 dana da bi ga tek onda pretvorila u sos.  I ne tice me se sto da bih ga donela u Rim treba da organizujem vikend u Kalabriji i u cenu svake flase uracunam i 550 km puta tamo – vamo...kada se ta flasa otvori oseca se ne samo paradajz nego i sreca, zadovoljstvo..ukoliko biti snob znaci znati, shvatiti i prepoznati razliku izmedju sira koji se pravi od zivog mleka i onog koji se pravi od pastorizovanog i prodaje se u samoposluzi onda vise volim da sam snob ! Ukoliko su snobovi oni koji su poceli iskreno da preziru cup cake-ove, to veliko nista koje se prosvercovalo kao kolac i koje mi dodje kao vodjenje ljubavi sa lutkom na naduvavanje (cisto da se navede primer da bi bilo jasno) onda priznajem da sam veliki snob...ukoliko je neko snob jer zna da kada kupi flasu maslinovog ulja koja kosta 3 eura jedino u sta je siguran je to da ne zna sta je su mu prodali u toj flasi onda svecano izjavljujem da sam ne samo snob nego SVESNI SNOB.

Kao i obicno sve je stvar izbora ali  je vazno da se do izbora dodje razmisljanjem, u saglasnosti sa nasim uverenjima i naravno...u okviru nasih mogucnosti. Jos je vaznije ne smatrati da je manje vredan onaj ko ne misli kao mi i iznad svega ne vredjati nikoga radi misljenja iza kojih stoji.  U tome lezi razlika. Razlika izmedju snoba i onoga ko se uz puno ironije time igra.

A ukoliko i ovo znaci biti snob onda sam ja GASTRO SVESNI, ODGOVORNI I SRECNI SNOB.

Ne treba sebi davati preteranog znacaja...tajna je i u tome.

Per 4 persone:

4 sovracosce di pollo disossate
2 grosse cipolle
2 grosse melagrane
sale, pepe nero.
50 g di burro
2 cucchiaini di curcuma
3 - 4 cucchiai di olio extravergine d'oliva

Prima di tutto bisogna sgranare la melagrana ma prima di farlo importante è anche mettersi un bel grembiule che copre bene. Importante è anche non aver messo lo smalto sulle unghie proprio quella mattina...chiaro perché?
Su un tagliere (per raccogliere il succo che esce dopo aver tagliato) tagliare la melagrana a metà e poi a metà un altra volta. Sgranare i frutti dentro una ciotola ampia e alta (per non schizzare sulle piastrelle). Se avete la centrifuga centrifugate i chicchi per ottenere il succo. Se ne siete sprovvisti potete passare i chicchi con il passapomodoro stando attenti a prendere non più di un mestolo alla volta. 
Insomma, avete ottenuto il succo di melagrana.
Tagliare le sovracosce a metà. Pulire e affettare sottilmente la cipolla.
In una tajine (o in un tegame pesante con il coperchio) scaldare il burro insieme all'olio e rosolarvi la cipolla a fuoco medio aggiungendo il sale, il pepe nero e la curcuma. Mescolare bene e bagnare con un  cucchiaio di succo di melagrana. Quando la cipolla è morbida (non ci vorrà molto tempo) alzare la fiamma, aggingere il pollo, fargli prendere un pò di colore da tutte e due i lati, salrlo e peperlo leggermente, abbassare la fiamma e portare la carne a cottura aggiungendo il succo di melagrana poco alla volta e tenendo la tajine sempre coperta. Ci vorranno circa 30 - 35 minuti, non di più. Importante è cercare di cuocere la carne con il solo succo di melagrana senza aggiungere altro liquido. Nel caso dovesse esserci bisogno aggiungere poco brodo vegetale (fatto da voi ovviamente). 
Servire con del riso basmati. Decorare il piatto con i chicchi di melagrana tenuti a parte. 


Za 4 osobe:

4 pileca karabatka bez kostiju
2 velike glavice luka
2 velika nara
so, crni biber
2 kafene kasicice kurkume
50 gr putera
 3-4 kasike maslinovog ulja

Pre svega treba okruniti nar.
Treba isto tako obuci neku kecelju koja dobro pokriva.
Od svega je najvaznije da niste namazali nokte bas tog jutra jec cete morati manikir da obnovite.
Iseci nar na na pola (uzduz) pa onda jos jedno m na pola. Sve to naravno na posluzavniku ili na nekom tanjiru da bi se sacuvao sok koji uvek iz njega izadje kada se presece. U nekoj velikoj i dubokoj ciniji izvaditi zrna nara (zidovi cinije bi trebalo da stite kuhinju od prskanja do koga neminovno dodje).
Ostavite sa strane par kasika zrna nara za ukras a ostatak centrifugom pretvoriti u sok. Ukoliko nemate centrifugu a imate pasirku za paradajz mozete i njome da se posluzite ali morate da stavljate malo po malo zrna nara. 
Sada imate i sok od nara...
Iseci karabatke na pola. Oljustiti luk i iseci ga na tanka rebarca.
U teskom tiganju koji ima poklopac zagrejati puter i ulje. Staviti luk, posoliti ga i pobiberiti, posuti kurkumom i dobro promesati. Dinstati luk na blagoj vatri uz dodatak par kasika soka od nara. Kada je luk skoro gotov pojacati vatru i dodati meso. Blago zaprziti meso sa obe strane, malo posoliti i pobiberiti i smanjiti vatru. Dinstati poklopljeno dodajuci postepeno sok od nara. Trebace vam 30-35 minuta da se meso izdinsta i trebalo bi da se izdinsta uz samo dodavanje soka od nara. Ukoliko je bas neophodno dodati malo vode ili biljne supe (ili mesne, nije ni vazno...bitno je d anije od kockice).
Sluziti uz bazmati pirinac. Ukrasiti zrncima nara koja su ostala po strani.

Timballo di anellini siciliani...

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La verza è una delle verdure più odiate in assoluto. L’odio nei suoi confronti è trasversale per quel che riguarda la provenienza geografica, classi sociali...mi chiedo delle volte se secondo Gaber la verza sarebbe stata collocata a destra o a sinistra ? Ognuno ha il proprio motivo per non amarla ma quasi tutti concordano nel fatto che l’odore mentre cuoce non sia dei migliori (la cosa innegabile però abbastanza superflua visto che la finestra della cucina può essere tranquillamente aperta dopo la cottura) ! Eppure,
si tratta dello stesso odore del cavolfiore che a sua volta non è proprio in cima degli alimenti più detestati al mondo. Al contrario...viene gratinato, trasformato nelle varie veloutés  e servito addirittura con un ciuffetto di caviale sopra ! Senza parlare poi del broccolo siciliano :  uno dei ripieni classici delle torte salate, molto “cool” nel mondo anglosassone e in generale all’estero, lodato dai nutrizionisti per le proprietà antiossidanti...per giunta  un “must” sulla tavola di Natale in Calabria ! Povera verza ! Dovrebbe essere uno stress non indifferente crescere in pieno inverno, sotto le piogge battenti oppure sotto il vento gelido che arriva direttamente dalla Siberia e ricevere così poche soddisfazioni...trovarsi accanto solo qualche patata lessa, rapa bianca e un pizzico di peperoncino per una botta di vita oppure al massimo, dopo il periodo della macellazione del maiale,  finire nella cassoeula con l’orecchio e il musetto di maiale, la cotenna e qualche salsicciotto (però, mica male la cassoeula lombarda e anche tutte le altre variazioni “cassoeulistiche” lungo lo stivale ma anche oltre i confini). Detto tutto, la povera verza non riesce proprio a scrollarsi di dosso l’etichetta del ingrediente povero-del piatto povero-della gente povera. Se uno ci pensa è una grande ingiustizia...mica è colpa sua essere nata verza e non pomodoro o che ne so io...melanzana, fragolina, fungo porcino.

Se penso alla verza mi viene in mente “Il brutto anatroccolo” che nessuno guarda, quasi tutti se ne vergognano...ma se lo guardassero meglio vedrebbero che non è poi così brutto. Anche la verza...guardandola bene si notano le varie tonalità del verde che dalle foglie esterne scure e opache man mano andando verso il cuore diventano sempre più chiare, più calde e sempre meno ruvide...Allora, diamole un’opportunità e diventerà anche lei un bellissimo cigno con il cuore morbido.

Se gli ultimi devono diventare i primi bisogna soprattutto guardare dentro i loro cuori...




Kelj je je jedno od najomrazenijeg povrca koje postoji. Mrznja prema njemu je sveobuhvatna bilo da se odnosi na geografska podneblja ili drustvene slojeve...ponekad se pitam da li je Giorgio Gaber smatrao da je kelj vise levicarski ili desnicarski nastrojen ? Svako od nas ima sopstveni razlog zasto ga ne voli ali se manje vise svi slazu sa cinjenicom da dok se kuva ne siri bas najlepsi miris (stvar koja nikako ne moze da se negira iako licno smatram da je dosta povrsno kao primedba jer prozor uvek moze da se otvori )! A kada se malo bolje razmisli miris kelja je manje vise isti kao miris karfiola  koji bas i nije u vrhu najmrskijih namirnica koje postoje. Naprotiv...on se gratinira, pretvara se u fine krem corbice koje se u odredjenim situacijama cak i ukrasavaju kasikom kavijara ! A da i ne govorimo o brokolima : jedan od najklasicnijih filova za slane torte, jako “cool” u anglosaksonskim zemljama i sirom sveta, hvaljen od strane nutrizionista zbog antioksidantnih svojstava....u Kalabriji je odavno “must” na trpezi Badnje veceri ! Jadni kelj ! Veliki je to stres rasti kao on po cici zimi, pod udarima ledene kise sa Atlantika ili vetra koji zavija direktno iz Sibira a pri tome nemati ama bas nikakve  satisfakcije osim drustva nekog kuvanog krompira, bele rotkve I eventualno ljute papricice u nadi da ce  malo obojiti tugu. U najboljoj varijanti prethodno spomenuti kelj moze da zavrsi u loncu sa svinjskim usima, glavom i svinjskom kozicom, eventualno i nekom kobasicicom (doduse nije to ni tako losa varijanta, ima u zivotu mnogo gorih stvari). Na kraju krajeva dolazi se do zakljucka da kelj godinama, decenijama pa i vise od toga nije u stanju da skine sa sopstvenih ledja teret etikete siromasnog sastojka siromasnog jela siromasnih ljudi. Kada se malo bolje razmisli velika je to nepravda…nije on jadan kriv sto se rodio kao kelj a ne kao paradajz ili sta ja znam...plavi patlidzan, sumska jagoda ili vrganj !

U nocima kada ne mogu da spavam i kada o kelju razmisljam padne mi na pamet “Ruzno pace”, to malo, siroto pace koga niko nece i koga se svi prakticno stide...a kada bi ga malo bolje pogledali,  videli bi i da  nije tako ruzno. Kao i  vise puta gore pomenuti kelj...kada bi se u njega vise udubili uvideli bi smo da boje njegovih listova idu od jako tamno srebrnkasto zelene prelazeci preko tamno jasno zelene boje da bi polako, polako i postepeno stigli do bledo zuckasto zelenih listova koji vise i nisu tako debeli, rapavi ni grubi...kada bi smo mu dali sansu mozda bi bio u stanju da postane divni labud barsunastog srca.

Ukoliko poslednji mogu da postanu prvi treba im gledati pravo u dubinu duse...
                                                                                                                                


Per 6 persone :

350 g di anellini siciliani
600 ml di salsa di pomodoro
1 cipolla
3 salsicce fresche
10 g di funghi porcini secchi
1/2 bicchiere di vino bianco secco
origano
sale, pepe nero
olio extravergine d'oliva
6 foglie grandi di verza (quelle esterne)
50 g di pecorino gratuggiato
200 g di Taleggio


Spellare le salsicce e ridurle a polpette non più grosse di una nocciola.  Mettere i funghi porcini nell'acqua tiepida per 10 minuti, strizzarli e tagliarli a listarelle. Tagliare sottilmente la cipolla e farla soffriggere leggermente in una padella con 2-3 cucchiai di olio extravergine d'oliva. Aggiungervi la salsiccia, i funghi porcini e bagnare con il vino bianco. Far evaporare l'alcool, aggiungere anche la salsa di pomodoro e 1 bicchiere di acqua. Salare leggermente, pepare e cuocere una ventina di minuti a fuoco medio. La salsa deve essere piuttosto lenta. Alla fine aggiungere l'origano fresco. Mescolare bene. Quando la salsa si è intiepidita aggiungere il pecorino grattuggiato.
Intanto cuocere gli anellini per la metà del tempo indicato sulla confezione. Scolareli e condirli con la salsa.
Lavare le foglie di verza e con un coltello affilato eliminare la parte centrale (la costola). Far bollire l'acqua in una pentola larga e far sbollentare le foglie di verza una alla volta per 3-4 minuti. Trasferire con molta attenzione le foglie di verza su uno strofinaccio pulito (il famoso strofinaccio pulito, mi sono sempre chiesto se a qualcuno potesse venire in mente di usare uno strofinaccio sporco...comunque...)
Tagliare il Taleggio a dadini e incorporarlo alla pasta.
 



Foderare una tortiera di 24 cm e alta almeno 5 cm  con le foglie di verza sovrapponendole leggermente. Versare la pasta e livellare bene con un cucchiaio. Coprire con le altre foglie di verza e chiudere con i bordi di quelle messe sul fondo. Premere con le mani e spenellare leggermente con un po' di olio. Coprire con un foglio di carta argentata.
Mettere nel forno una teglia più grande di quella del timballo con 3 dita di acqua. Scaldare il forno a 200°. Immergere la teglia con il timballo nell'altra teglia con l'acqua, abbassare la temperatura del forno a 180° e cuocere a bagnomaria per 20 minuti. Dopo 20 miniuti togliere la teglia con l'acqua dal forno e proseguire la cottura del timballo per altri 5 minuti.
Lasciar riposare almeno 20 minuti prima di servire tagliando il timballo a grossi spicchi.
Volendo, servire con altra salsa di pomodoro a parte.



Za 6 osoba:

35o gr testa formata "anellini " 
600 ml sosa od paradajza
1 glavica luka
3 sveze kobasice
10 gr suvih vrganja
1/2 case suvog belog vina
origano
so, crni biber
maslinovo ulje
6 velikih listova kelja (onih spoljnih)
50 gr rendanog ovcijeg sira
200 gr sira tipa Taleggio 
(Camembert bi mogao da ga zameni)

Oljustiti kobasice i napraviti od njih klikercice velicine lesnika. Iseckati luk na sitna rebarca. Staviti suve peceruke u mlaku vodu i ostaviti ih 10 minuta da omeknu, ocediti ih i grubo iseckati. U dubljoj serpi zagrejati 2-3 kasike maslinovog ulja, proprziti luk, dodati pecurke i komadice kobasice i preliti belim vinom. Kada je alkohol ispario dodati sos od paradajza i casu vode. Posoliti i pobiberiti i kuvati 20-ak minuta na srednje jakoj vatri. Umesati origano i kada se sos prohladio dodati rendani ovciji sir. 
U medjuvremenu skuvati testo do polovine naznacenog vremena, ocediti ga i umesati u sos. Dobro promesati. 
Oprati dobro listove kelja i ostrim nozem pazljivo iseci sredisnji deo lista koji je debeo i uzdignut. Izblansirati listove kelja u kljucaloj vodi i posle par minuta ih izvaditi iz vode supljikavom kasikom. ostaviti ih da se ocede na cistoj krpi (oduvek me je fasciniralo to sto se u receptima kaze da krpa treba da je cista, pitam se da li je neko ikada koristio prljavu pa sada na tome treba da se insistira...).
Iseci sir na kockice i umesati i njega u zacinjeno testo.
Obloziti tepsiju precnika 24 cm i visoku 5 cm listovima kelja. sipati testo unutra i poravnati kasikom. Poklopiti listovima kelja i pritisnuti. Pokriti parcetom aluminijumske folije.
Ukljuciti rernu na 200° i staviti u nju tepsiju nesto vecu od one u kojoj je testo sa 2-3 prsta vode. Kada se rerna zagrejala smanjiti temperaturu na 180° i staviti tepsiju sa testom u onu u kojoj je voda. Peci u pari 20 minuta. Posle toga izvaditi tepsiju sa vodom a u rernu staviti tepsiju sa testom, skinuti foliju i ostaviti u rerni jos 5 minuta. Sacekati jedno 15-tak minuta pre sluzenja. Iseci na siroke parcice kao kada se sece torta i posluziti eventualno sa jos malo sosa od paradajza sa strane.







Jambon persillé...i u Francuskoj jedu pihtije...

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In una sera di fine agosto in Borgogna in un vicoletto di un paesino piccino picciò, in un ristorante apparentemente semplice ma sopratutto con un ottimo rapporto qualità prezzo nonostante  ben 2 stelle Michelin ho consumato un vero pasto da meditazione.
Una lezione di cucina francese del territorio...senza fronzoli, pulita, semplice per la scelta degli ingredienti, eseguita maestralmente dalle mani di chi conosce alla perfezione come  trasformare i doni della terra in puro piacere sia per il palato che per l’occhio passando dal cuore ma puntando niente di meno che verso l’anima. 
Un plateau di formaggi grande quanto la metà del mio tavolo da cucina, una quaglia disossata e cotta a puntino con la salsa al vino rosso e fichi freschi e come antipasto le Jambon persillé de Bourgogne, un piatto che sulle tavole di questa incantevole regione tradizionalmente viene servito a Pasqua..un trancio di aspic di carne perfetto nella sua apparente semplicità...ma dietro ci sono quasi 3 giorni di lavoro ! 
La bellezza sta nell'armonia delle cose che la compongono e meno si notano più siamo costretti ad andarle a cercare e a capire la loro sostanza.







Jedne avgustovske veceri u Burgundiji u jednom sokacetu jednog minijaturnog mestasceta duz puta vina, u jednom naizgled jednostavnom restoranu ali odlicnog odnosa kvalitata i cene bez obzira na 2 Michelin-ove zvezdice servirali su mi obrok vredan meditacije. Rec je bilo o sjajnoj lekciji francuske regionale kuhinje...bez kicanki, cista, jednostavna po izboru sastojaka, maestralno izvedena vestim rukama u stanju da ono sto zemlja velikodusno poklanja pretvore u jedinstveni osecaj za nepca, oci...prelazeci preko srca da bi se doslo ni manje ni vise nego do duse ! Posluzavnik sa nebrojanim kolicinama najraznovrsnijih sireva veliki kao polovina mog kuhinjskog stola, prepelica ispecena tacno koliko treba u sosu od crnog vina i svezih smokvi a kao predjelo Sunka u persunu iz Burgundije, jelo koje se u ovoj regiji tradicionalno sluzi za Uskrs...parce mesa u aspiku perfektno u svoj svojoj  jednostavnosti...ali iza te jednostavnosti se kriju 3 dana posla !

Lepota lezi u harmoniji onoga sto lepotu sacinjava i sto se stvari manje vide sve vise smo primorani da ih trazimo, da se trudimo da ih vidimo i da ih do srzi razumemo.






Per 10 - 12 porzioni


1 stinco di maiale affumicato (normalmente pesano un po’ più di 1 chilo)

600 g di carne di maiale dalla parte del coscio

2 piedini di maiale tagliati a metta

2 carote

1 gambo di sedano

½ porro

1 foglia d’alloro

1 mazzetto fatto con prezzemolo e timo

4-5 bacche di ginepro

5-6 grani di pepe nero

0,75 l di vino bianco secco

acqua



½ dl di aceto di mele o di vino bianco

2 spicchi  d’aglio

2 scalogni

1 bel mazzo di prezzemolo

20 g di colla di pesce


Spuntare e spellare le carote. Pulire il porro. Pulire il gambo di sedano. Preparare un mazzetto con qualche stelo di  prezzemolo e di timo legandolo con un pezzo di spago da cucina.

Nella pentola a pressione sistemare lo stinco, la carne di maiale e i piedini di maiale alternando la carne con le carote, il sedano, il mazzetto e il porro. Insomma, sistemate in qualche modo tutto nella pentola a pressione. Aggiungete la foglia d’alloro, le bacche di ginepro e i grani di pepe. Versate il vino bianco e aggiungete l’acqua per arrivare al massimo fino a 2/3 dell’altezza della pentola (bisogna coprire tutta la carne e andare un po’ oltre). Chiudere la pentola a pressione e cuocere per 1 ora dal fischio (ogni pentola a pressione segue le proprie regole).  Eliminare le verdure e scolare la carne eliminando l’osso del stinco e anche il grasso con la cotenna (se la cotenna vi piace potete anche lasciarla). Dopo averli lasciati scolare bene sopra il brodo eliminate anche i piedini (volendo recuperate quel poco di carne che c’è). Mettete in un piatto la carne dello stinco e quella del coscio, copritela con una pellicola trasparente e lasciate nel frigorifero fino al giorno dopo. Questo vi permetterà di tagliare il giorno dopo la carne a dadi perfettamente uguali, cosa assolutamente impossibile da fare con la carne ancora calda. Filtrate il brodo e versatelo in una pentola, copritela e lasciate anche il brodo nel frigorifero fino al giorno dopo. Questo vi permetterà di eliminare tutto il grasso del brodo che affiorirà in superficie.



Il giorno dopo eliminate con un cucchiaio il grasso risalito in superficie.  Va fatto altrimenti tutto diventa troppo grasso ma dal risultato che volete ottenere dipende la quantità del grasso che dovete eliminare. L’ultima volta avevo eliminato tutto il grasso e la preparazione è risultata completamente magra, forse un tantino troppo. Rispetto alla prima volta quando non l’avevo fatto proprio direi che un po’ di grasso bisogna lasciare, ma regolatevi quanto, dipende dal gusto (direi  un paio di cucchiai, non di più). In ogni caso, l’aceto che viene aggiunto al brodo nella seconda parte del procedimento serve per coprire il sapore del grasso e diminuitene la quantità nel caso aveste deciso di sgrassare molto il brodo.  

Con un coltello a lama liscia e molto affilata tagliare la carne a dadi di 1 cm.

Pulite il prezzemolo, lavatelo e tritatelo finemente. Tritate finemente anche i 2 spicchi d’aglio e  anche 2 scalogni. Mescolate tutto in una ciotola, aggiungervi i cubetti di carne e mescolare con un cucchiaio di legno per condire tutto.

Mettete la colla di pesce in un piatto con l’acqua fredda per 10 minuti.

Riscaldate il brodo e aggiungete l’aceto.  Lontano dal fuoco scioglietevi la colla di pesce precedentemente strizzata mescolando bene. Lasciate intiepidire un poco.

Intanto foderate due stampi da plum cake (lunghi 20 cm) con la pellicola trasparente lisciando attentamente le pareti. Riempite gli stampi con la carne cercando di riempire bene soprattutto gli angoli. Aiutandovi con un mestolo versate il brodo sulla carne finché il brodo non fuoriesca sopra la carne. Trasferire nel frigorifero e lasciarlo solidificare per 24 ore.

 

Tagliare con il coltello affilato a lama liscia le fette larghe 1 dito e servire come antipasto. Volendo potete servire accanto una salsa alla rucola*.


*Pulire e  cuocere nell’acqua due mazzetti di rucola. Frullare la rucola con un po’ di liquido di cottura, una piccola patate lessata e un paio di cucciai di olio extravergine d’oliva. Dovete ottenere una salsa abbastanza fluida. Salarla e condirla con una puntina di senape in polvere.



Za 10 – 12 porcija

1 dimljena svinjska butkica
 (ovde se prodaju povelike, prosecno su nesto vece od kilograma)
600 g svezeg svinjskog mesa od buta
2 svinjske nozice presecene ne pola
2 sargarepe
1 poveliko parce celera
½ praziluka
1 list lorbera
4 – 5 zrna kleke
5 – 6 zrna bibera
Nekoliko strukova persuna i timijana
0,75 l suvog belog vina
Voda

½ dl jabukovog ili vinskog (belog) sirceta
2 luka vlasca
2 cena belog luka
1 velika veza persuna
20 g zelatina

Ocistiti sargarepu, celer i praziluk.  Uvezati kuhinjskim koncem persun i timijan. U ekspres lonac sloziti meso, nozice i medj’njih rasporediti sargarepu, celer i praziluk. Naliti vinom i doliti vode koliko je potrebno da meso bude pokriveno i jos malo preko njega. U svakom slucaju ne treba napuniti ekspres lonac vise od ¾. Dodati lorberov list, kleku i zrna bibera. Zatvoriti ekspres lonac i kuvati 1 sat posto je ventil poceo da pisti (svaki ekspres lonac ima sopstveni protokol). Otvoriti lonac i ukloniti sargarepu, celer i praziluk. Izvaditi meso iz supe i ocediti ga. Skinuti kolenicu sa koske i ukloniti mast i kozu (ukoliko vam se dopada, kozicu mozete i da ostavite ali u receptu ona ne figurira). Ukoliko uspete skinite ono malo mesa sa nozica. Staviti meso na tanjir i pokriti ga prijanjajucom folijom i odloziti u frizider preko noci. To ce vam omoguciti da sutradan isecete meso na pravilne kockice sto nikako ne bi bilo moguce sa toplim mesom. Procediti supu jos jednom, staviti je u serpu i poklopiti. Ostaviti i nju u frizideru do sutradan jer je na taj nacin moguce skinuti svu mast koja bude isplivala na povrsinu.



Sutradan kasikom ukloniti mast sa supe. Treba to ipak uraditi jer u protivnom sve postano izuzetno masno.  Od rezultata koji zelite da postignete zavisi koliko masti sa supe treba da skinete. Kada sam poslednji put pravila skinula sam svu mast sa supe i dobila sam savrseno posni aspik, mozda cak i suvise. U odnosu na prvi put kada sam pravila i kada nisam nista skinula, rekla bih da nestomora da se ostavia od vaseg ukusa zavisi koliko je to po kolicini (ja bih rekla ne vise od 2 kasike). U svakom slucaju sirce koje se dodaje u supu u drugom delu pripreme sluzi da pokrije ukus i osecaj masnoce u ustima pa bi i tu trebalo smanjiti kolicinu sirceta koliko god ste vise masnoce skinuli.
Jako ostrim i nereckavim nozem iseci meso na kockice dimenzija 1 cm.
Ocistiti i oprati persun i jako ga sitno iseckati. Jako sitno iseckati i beli luk kao i luk vlasac. Sve pomesati u jednoj ciniji i dodati meso iseckano na kockice. Dobro promesati sa se sve ravnomerno zacini.
Staviti zelatin u hladnu vodu da omeksa 10-ak minuta.
Zagrejati supu i dodati joj sirce. Skloniti sa vatre i rastopiti u velo supi zelatin prethodno iscedjen rukama. Dobro promesati i ostaviti da se prohladi.
U medjuvremenu obloziti dve modle za plum cake (dugacki 20 cm) providnom folijom i izravnati posebno pazljivo stranice. Napunite modle mesom trudeci se da coskovi ne ostanu prazni. Kutlacom pazljivo sipati supu preko mesa sve dok supa ne ispliva na povrsinu. Prebaciti u frizider i ostaviti da se stegne najmanje 24 sata.

 

Seci ostrim i glatkim nozem parcice kao prst debele i posluziti kao predjelo. Po zelji mozete p osluziti uz sos od rukole *.

*Ocistiti i oprati dve vezice rukole i skuvati u blago zaslanjenoj vodi. Izmiksovati zajedno sa jednim malim kuvanim krompirom, malo vode u kojoj se rukola kuvala i par kasika maslinovog ulja. Sos treba da je dosta mekan i gladak. Ukoliko je potrebno posoliti i zaciniti sa malo senfa u prahu. Ukoliko nemate senf u prahu dodajte par kapljica tabasco sosa.

















Praline di polenta con cuore di 'nduja ovvero...la felicità di una sorpresa...

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Sono sempre stata affascinata dagli oroscopi.
Li ho sempre visti come i giocattoli che permettono ad ogni bambino di rendere unico il proprio gioco. L’oroscopo è sempre una storia a sorpresa che ci viene proposta, una favola, un sogno, un desiderio mai espresso davvero ma immaginato sicuramente più di una volta. Una visione che non sapevamo neanche  di aspettare ma quando la sentiamo bussare alla finestra allora riconoscerla diventa un gioco...appunto.

Quando l’inaspettato che aspettavamo accade, siamo felici...


Oduvek sam bila fascinirana horoskopima. Oni su kao igracke koje svakom detetu daju mogucnost da pretvori igru u nesto apsolutno njegovo. Horoskop je nama nepoznata ponudjena prica, bajka, san, skrivena zelja koju nikada nismo  poverili nikome ali smo je zamisljali mnogo puta. Vizija koju ni ne znamo da oduvek cekamo a kada nam zakuca na prozor prepoznamo je odmah...bas kao u igri.
Kada nam se nenadano desi ono sto smo potajno prizeljkivali, onda smo srecni...



 



"In che meraviglioso ristorante di fine Ottocento lui vi porta, con quel tavolo di signori là in fondo, tutti con cilindro e giacca nera edoardiana ? Fuori dal tempo. Le posate sono d’argento, pesanti, brillanti e nessuno le sa usare come voi. La tovaglia è ricamata a mano, bianca come il vostro candore che adesso gode la meraviglia. I piatti piani e fondi hanno disegni blu di case vittoriane nel bosco. I suoi baci delicati arrivano al momento del dessert. L’amore è una canzone senza fine, fuori e dentro la storia." (Marco Pesatori, oroscopo "D" Repubblica)



U kakav to prefinjeni restoran koji kao da je izasao iz XIX veka vas On vodi, za  otmeni sto u uglu, sa gospodom u crnom odelu i sa cilindrom na glavi? Van vremena. Srebrni teski i svetlucavi bestek kojim niko ne ume da se sluzi kao sto Vi umete. Rukom vezeni stolnjak beo bas kao vasa cednost spremna uzivanju. Plitki i duboki tanjiri ukraseni slikom tamno plave viktorijanske kucice sakrivene u sumi. Njegovi poljupci stizu umesto dezerta. Ljubav je pesma bez kraja, van vremena i prisutna svuda oko nas. (Marco Pesatori, horoskop "D" Repubblica")

 



"Anche se al vostro amore scrivete in sanscrito lui ora capisce. E’ così innamorato anche se ancora non ve ne foste accorte. Se la calligrafia è la vostra, vi legge anche in devanagiri. Diteglielo in mandarino, sussurratelo in greco antico, parlategli in aramaico mentre lo baciate. Ora capisce. Si scioglie, gode, si fa brillare gli occhi, si emoziona. Perché nella galassia è difficile trovare un’altra come voi, di questi tempi. Lui lo sa. Lui non è il solo a saperlo. Venere dista dal vostro sole 60 gradi, che è la distanza della dolce intensità dell’amore." (Marco Pesatori, "D" Repubblica)



“Cak i da vasem Dragom pisete na sanskritu on vas sada razume. Lud je od ljubavi prema vama a vi to do sada niste ni primetili. Ukoliko se o vasem rukopisu radi, on ga cita cak iako se radi o devanagiriju. Govorite mu na mandarinskom, sapucite mu na starogrckom, pricajte mu na staro armenskom dok ga ljubite. On sada razume. Topi se, uziva, oci mu blistaju i uzbudjen je. Zna da je u citavoj galaksiji u danasnje doba tesko pronaci jednu kao sto ste Vi.On nije jedini koji je  toga svestan.  Venera je na 60 % od vaseg Sunca sto je tacno rastojanje intenziteta ljubavi.” (Marco Pesatori, horoskop “D” Repubblica).



Per 30 praline circa

100 g di polenta bramata (di mais o taragna)
(e resterà per abbrustolirla il giorno dopo)
‘nduja
50 g di taleggio


Dividere la ‘nduja in perline più piccole di una nocciola e modellarle con le mani. Disporle sul foglio di carta da forno e lasciarle nel congelatore per 15 minuti.
Cuocere la polenta nell’acqua leggermente salata lasciandola piuttosto lenta. Aggiungere il taleggio e mescolare bene per sciogliere il formaggio. Riempire gli stampini di silicone per le praline con la polenta quasi fino all’orlo e finché la polenta è ancora morbida immergere in ogni pralina la perlina di ‘nduja coprendola con la polenta. Livellare bene con il coltello e lasciar rassodare nel frigorifero. Servire insieme all’aperitivo scaldando le praline sformate per qualche minuto nel forno caldo.





Za 30 bombona

100 g kukuruznog brasna  (zutog ili belog)
(ostace za sutradan da se proprzi u tiganju)
50 g sira tipa taleggio ili camembert (ili kasika kajmaka)

‘nduja 
(to je jedan tip jako mekane kobasice koja se pravi na jugu Italije...moze da se zameni parcencetom kulena velicine polovine lesnika ili u protivnom jednom manjom maslinkom bez koscice)


Napraviti minijaturne kuglice od kobasice i staviti ih na papir za pecenje i ostaviti u zamrzivacu 15 minuta. Ukoliko koristite kulen isecite ga na komadice iste velicine.
Skuvati polentu u blago slanoj vodi i ostaviti je malo redju. Dodati sir i mesati dok se skroz ne otopi. Sipati polentu u silikonske modlice za cokoladne bombone skoro do vrha. U svaku ugurati po jednu perlicu od kobasice i pokriti polentom. Izravnati nozem i ostaviti u frizideru da se stegne. Sluziti uz aperitiv i po zelji zagrejati u rerni par minuta praline izvadjene iz modlica.








Lenticchie e cotecchino my way...

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Mi sento tanto una vecchia quando dico che troppe persone non  hanno sogni. O meglio, troppe persone sognano le cose sbagliate.  Mi spiego...non è che le persone debbono sognare i miei sogni, amare le cose che amo io e vivere la vita come la vivo io. Non giudico le scelte, i desideri...

Penso semplicemente che il Mondo che viviamo sia pieno di persone che non conoscono i propri desideri ma desiderano possedere gli oggetti. Il mondo è pieno di persone  la cui felicità dipende dal possedere o meno “una cosa”, di fare o meno quello che fanno gli altri. Ma la felicità per durare deve essere attiva, deve dipendere da noi stessi e non dagli altri...perciò per essere veramente felici bisogna conoscere come siamo fatti, quali sono le qualità che possediamo, quello che sappiamo fare...darci degli obiettivi e mettercela tutta per portarli a termine...appunto, avere dei sogni e coltivarli. Tutti possono farlo: trovare il proprio talento per migliorarsi e per migliorare il mondo intero. Nessuno può convincermi che il mondo di persone realizzate, felici, e con gli obiettivi da compiere non sarebbe un mondo più bello, più onesto e più giusto...per tutti.
Questo è il mio augurio per l’anno nuovo...grattare sotto la propria pelle, scoprire la perla e coltivarla. Anche una perla è capace di brillare ma molte perle insieme sono un’altra cosa...
Un bacio grande a tutti...



Osecam se stara kao Troja kada kazem da ima puno ljudi koji zive bez snova. U stvari korektnije bi bilo reci da mnogo ljudi sanja pogresne stvari. Da malo pojasnim...ne treba ljudi da sanjaju moje snove, da vole ono sto ja volim i da zive na moj nacin. Ne osudjujem nikada neciji izbor ili zelje...Jednostavno smatram da je Svet u kome zivimo prepun ljudi koji ne poznaju sopstvene zelje nego zive u zelji da poseduju “stvari”. Pun je osoba cija sreca zavisi od toga da li imaju ili nemaju neku stvar, da li rade ono sto rade drugi.  Cesto promakne cinjenica da sreca, da bi trajala, mora da bude aktivna, moda da zavisi od nas samih a ne od drugih...bas zato da bi smo zaista bili srecni moramo da poznajemo sami sebe, da znamo kakvi smo, koje kvalitete posedujemo, za koje stvari smo talento vani. Na taj nacin poboljsavamo sebe i citav svet. Niko ne moze da me ubedi da Svet u kome zive realizovane osobe, srecne, koje sebi zadaju ciljeve i trude se da ih ostvare ne bi bio lepsi Svet, posteniji i pravedniji...za sve.
Ovo je moja zelja za sledecu godine...zagrebati malo ispod sopstvene koze, otkriti biser i gajiti ga. I jedan jedini biser je u stanju da sija ali puno bisera koji sijaju zajedno su ipak nesto drugo...
Veliki poljubac svima...




Per 15 pasticcini :


50 g di lenticchie
1/2 carota
1/2 cipolla 

50 ml di crema di latte
5 g di colla di pesce
sale, pepe

100 g di cotecchino
100 ml di crema di latte
5 g di colla ci pesce

60 g di friselle integrali
40 g di burro

Lessare le lenticchie insieme alla carota e il sedano. Eliminare gli odori e frullare le lenticchie. Salare e pepare leggermente. 
Trittare le friselle e mescolarle insieme al burro fuso. Mettere 1 cucchiaino di queste briciole negli stampini di slicone (5 cm, alti 1 cm) e premere per coprire sia il fondo che le pareti. Trasferire nel frigorifero per una mezz'oretta .
Mettere la colla di pesce nell'acqua fredda per 10 minuti per farla ammorbidire, strizzarla bene con le mani e scioglierla nella crema di latte calda (fuori dal fuoco). Mescolare bene e versarla nella purea di lenticchie. Versare negli stampini di silicone fino all'orlo. Lasciar rassodare nel frigorifero.
Preparare il cotecchino seguendo le istruzioni e frullarlo bene per renderlo più cremoso possibile. Preparare la colla di pesce nello stesso modo ed aggiungerla al cotecchino. Mescolare bene. Versare negli stampini di silicone a forma di bottoncino e lasciare nel frigorifero. Altrimenti potete versarlo in una piccola teglia facendo uno strato alto mezzo dito che poi taglierete con i mini taglia biscotti.
Mettere su ogni pasticcino un poco di pesto, paté di olive o di pomodorini secchi (serve da colla) e decorare con il bottoncino di cotecchino o un pezzetto tagliato a forma di stella, cuore...



 

Za 15 kolacica :

50 g sociva
1/2 sargarepe
1/2 luka 

50 ml sveze pavlake
5 g zelatina
so, biber

100 g cotecchina
100 ml  sveze pavlake
5 g zelatina

60 g krekera ili integralnog dvopeka
40 g putera


Skuvati socivo zajedno sa sargarepom i lukom. Izvaditi sargarepu i luk i izmiksovati socivo. Blago posoliti i pobiberiti.
Samleti integralni dvopek i pomesati ga sa rastopljenim puterom. Sipati po jednu kasicicu u modlice od silikona (5 cm siroke i 1 cm visoke) i pritisnuti da bi se oblozilo i dno i strane modlice. Ostaviti u frizider da se stegne.
Staviti zelatin u hladnu vodu da nabubri. Ocediti ga i rastopiti u zagrejanoj pavlaci. Sipati u pire od sociva i dobro promesati. Sipati u modlice do vrha i ostaviti da se stegne u frideru.
Skuvati cotecchino po uputstvu i izmiksovati ga. Pripremiti zelatin sa svezom pavlakom i pomesati sa izmiksovanim cotecchinom . Sipati u modlice od silikona u obliku dugmeta ili jednostavno sipati na neku ravnu tacnu (preko papira za pecenje) do debljine pola prsta. ostaviti da se stegne.
Na svaki kolacic staviti po malo pesta ili nekog patea od maslinki ili paradajza i ukrasiti dugmetom od cotecchina.






Torta all'arancia...il Portogallo

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E’ passato un po’ di tempo da quando ho fatto il viaggio in Portogallo ma non riuscivo a trovare un modo giusto per scriverci due righe, mettere qualche foto sul blog. Non volevo accompagnare le foto di un viaggio che mi è rimasto nel profondo del cuore con una ricetta banale...non che il baccalà sia una cosa banale, anzi...mi piace tantissimo
e dicono che nella cucina Portoghese ci siano tante ricette con il baccalà quanti sono i giorni dell’anno ! Aspettavo  una cosa non immediatamente associabile al Portogallo, una ricetta buona, semplice ma particolare..proprio come questo meraviglioso paese lontano da tutti e girato verso l’oceano. Un paese senza fronzoli, autentico, semplice...un paese antico ma non provinciale e in un certo senso dimenticato. Un paese che rappresenta tutti i nostri genitori, zii e nonni come erano prima. Un paese dove non si urla ma si parla sottovoce, non un paese di “amiconi” che ti danno le pacche sulle spalle ma un paese di gente discreta che ti rivolge un sorriso se sei tu a farlo per primo. Un paese un po’ sottovalutato per via della sua storica inadeguatezza. Un paese dove il tempo pare si sia fermato, dove le piazzette dei paesini del Alantejo sembrano le piazzette del entroterra calabrese con i tavolini  del bar dove gli anziani sono seduti osservando i passanti oppure giocano a carte...e non si vede una donna !! Un paese raccontato da Tabucchi, filmato da Wenders, cantato da Fossati...un paese che offre al viaggiatore l’opportunità di scoprire piano piano la sua magnifica lentezza.






A Porto abbiamo trovato un B&B carinissimo e ve lo consiglio. E' gestito da tre ragazzi simpaticissimi e disponibilissimi. Si trova a 15 minuti a piedi dalla zona portuale ma se avete la macchina è molto più comodo stare un pò fuori senza dover impazzire per parcheggiare. Il B&B lo potete vedere qui
I ragazzi del B&B ci hanno consigliato questa trattoria frequentata dalla gente del posto....si  mangia bene, atmosfera è carina, non è un posto per turisti e si spende poco. Potete verificare qui

U Portu smo pronasli ovaj B&B koji vam od srca preporucujem. Drze ga troje mladih ljudi,jako su simpaticni i gostoljubivi. Nalazi se na 15 minuta peske od luke sto je jako zgodno ukoliko imate kola pa ne mrate da ludite oko parkiranja istih. Evo ga B&B ovde
U B&B -u su nam preporucili ovaj restorancic gde se dobro jede i ne kosta mnogo, nije za turiste a atmosfera je onako bas lokalna..evo ga ovde





Una deviazione verso la valle del fiume Douro (fa parte del patrimonio del UNESCO) per vedere i vigneti del vino che viene trasformato in Porto vale la pena fare. Un altro B&B da consigliare: sopra l'ansa del fiume con una vista magnifica in un posto perso nel nulla ma ospiti di una famiglia bellissima...una colazione da favole, la piscina nel giardino e degustazione del Porto - eccolo

Dva-tri dana da se posete vinogradi cije vino postaje Porto (pripadaju svetskoj kulturnoj bastini)...vredi. Jos jedan B&B koji preporucujem: iznad reke sa divnim pogledom, gosti jedne divne tradicionalne porodice...dorucak kao iz bajke, u basti bazen, degustacija vina koje oni proizvode - pogledajte ovde






Alentejo...la regione che confina con la spagna scendendo dall'altezza di Lisbona...meravigliosa e selvaggia ! In mezzo ai chilometri e chilometri di boschi di querce da sughero un monastero trasformato in B&B (quasi relais). Si fa colazione e volendo si cena pure in patio (sotto le stelle). Dateci un'acchiata qui

Alentejo...oblast koja se granici sa Spanijom i prostire se prema jugu od Lisabona...prelepa i divlja ! Usred kilometara i kilometara hrastovih suma manastir pretvoren u B&B...patio gde se ujutro doruckuje (ukoliko zvezda vec nije uveliko zapekla) a uvece se vecera pod zvezdama !
Pogledajte ovde






E come si fa a non finire con la splendida, romantica e affascinante Lisbona ? Con il nostro B&B proprio dietro al Castello con tutta Lisbona che si vede dalla finestra..l'abbiamo scoperto la prima volta che siamo finiti a Lisbona e ci siamo tornati tutte le volte succesive. L'unica pecca: tocca fare 4 piani di scale a piedi...ma così si digerisce meglio, no? Eccolo

I za kraj predivni, romanticni i sarmantni Lisabon...B&B u neposrednoj blizini tvrdjave sa cijeg prozora se prostire ceo Lisabon kao na dlanu...otkrili smo ga kada smo prvi put bili i svaki put smo se u njega vratili. Jedina mana je sto je na 4° spratu bez lifta, ali to je odlicna gimnastika, zar ne? Evo ga


Proslo je dosta vremena od kako sam se vratila iz Portugala i nikako nisam uspela da pronadjem pravi nacin da napisem par redova, da podelim sa vama par fotografija. Nisam htela da fotografije sa putovanja koje mi je ostalo duboko u srcu budu pracene nekim banalnim receptom...nije da je bakalar nesto banalno, naprotiv...ja ga obozavam i kazu da u portugalskoj kuhinji ima recepata sa bakalarom koliko ima dana u godini ! Cekala sam nesto sto nije trenutna asocijacija na Portugal, nesto dobro, jednostavno ali ipak posebno...posebno kao ova prelepa zemlja daleka od svega i okrenuta okeanu. Zemlja bez kicanjki, autenticna, jednostavna...starinska ali ne i provincijalna i u neku ruku zaboravljena. Zemlja koja predstavlja nase roditelje, tetke i tece, bake i deke kakvi su nekada bili. Zemlja gde se ne vice nego se govori tihim glasom, ne zemlja “drugara” koji ti tapsu po ramenu nego zemlja diskretnih ljudi koji se smeksaju tek kada im “dosljak” prvi uputi osmeh. Zemlja gde se vreme zaustavilo, gde u svakom mestascu postoji trg sa kafeom za cijim stolovima sede sedamdesetogodisnjaci i igraju karte posmatrajuci prolaznike  onako ispod oka a zene nijedne nema...na puskomet da se trazi ! Zemlja koju je Tabucchi opisao perom, Wenders kamerom a Ivano Fossati pesmom i muzikom...zemlja koja putniku daje mogucnost da polako i na miru otkrije njenu dragocenu i ocaravajucu uspavanost.





Torta all'arancia
(per uno stampo di 26 cm)

250  g di mandorle tritate
250 g di zucchero
6 uova
1 bustina di lievito per dolci
2 arance non tratate

Lavare molto bene le arance e cuocerle per mezz'ora circa nell'acqua (lasciandole intere). Scolarle bene, tagliarle a metà per accertarvi che non ci siano i semi, lasciarle raffreddare e frullarle. 
Montare le uova intere con lo zucchero, aggiungere le mandorle tritate e la bustina di lievito per dolci e la polpa frullata delle arance. Mescolare bene.
Rivestire lo stampo con la carta da forno (oppure imburrarla ed infarinarla) e versarvi il composto.
Cuocere nel forno precedentemente riscaldato a 180° (modalità statica) per 40 minuti circa.

 

 

Torta sa pomorandzom
(za modlu siroku 26 cm)

250 gr mlevenih i blansiranih badema
(eventualno neprzeni lesnik ali nikako orah)
250 gr secera
6 jaja
1 kesica praska za pecivo
2 neprskane pomorandze

Dobro oprati pomorandze i kuvati ih u vodi otprilike pola sata (ostaviti ih cele). Izvaditi ih iz vode, raseci na pola i izvaditi eventualne koscice i ostaviti malo da se ocede i ohlade. Izmiksovati ih u blenderu.
Umutiti jaja sa secerom, dodati mleveni badem, prasak za pecivo i mlevene pomorandze. Dobro promesati.
Obloziti modlu papirom za pecenje ili jednostavno premazati puterom i pobrasniti i sipati masu.
Peci u rerni koja je prethodno zagrejana  na 180° (bez ventilatora) oko 40 minuta.





Nasce l'AIFB, Associazione Italiana Food Blogger

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http://www.aifb.it/


Ci siamo. Emozionati, felici, ansiosi di condividere con voi un progetto in cui crediamo e che oggi viene alla  luce dopo due anni di lavoro ‘dietro le quinte’.

L’AIFB - Associazione Italiana Food Blogger - è appena nata, ma il suo embrione pulsante di vita aspettava da tempo di venire alla luce. Questo embrione aveva bisogno di un nido accogliente, di un ‘luogo’ ideale per crescere. Un luogo in cui persone che condividono il medesimo modo di vivere il cibo possano ritrovarsi, ufficializzare la propria presenza e sentirsi riconosciute come parti di un medesimo e più ampio progetto. Per istituzionalizzare quello che noi food blogger facciamo da sempre quando ci incontriamo: condividere una passione, parlare di cibo, degustare, scambiarsi conoscenze e esperienze, confrontarsi con altri mondi.

Fin dai suoi primi passi l’AIFB avrà bisogno di mani salde e amorevoli  che l’aiutino a crescere sana e forte, all’insegna di principi che consentano reali opportunità di condivisione, incontro, crescita e conoscenza per tutti coloro che amano il cibo e lo celebrano attraverso un blog.

Crediamo che tutto questo possa divenire realtà attraverso il vostro contributo e le vostre idee. Perché l’AIFB è di tutti e tutti noi possiamo aiutarla a crescere e prendere forma.

Salite a bordo con noi e AVANTI TUTTA!

 http://www.aifb.it/

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